08 febbraio 2022
Il progetto Ris-Orta, suggerimento della dott.ssa Riccardi di Irsa Cnr, presentato da Ecomuseo del Lago d’Orta e Mottarone e Irsa Cnr di Verbania Pallanza nel 2019 sul Bando “I Luoghi del Cuore”, in virtù del risultato ottenuto al IX° censimento nel 2018. Sono stati infatti 16.650 i voti raccolti per il Lago d’Orta, grazie soprattutto alle attività di sensibilizzazione rivolte ai cittadini e alle scuole dal Comitato “amici del lago d’Orta”, comprendente diversi soggetti del territorio sensibili ai temi della tutela ambientale.
Il contributo di 20.000 euro assegnato da FAI e Intesa Sanpaolo ha reso possibile l’intervento RisOrta: un progetto ambientale innovativo di biomonitoraggio attivo e risanamento dei sedimenti delle aree costiere del lago d’Orta che prevede il posizionamento di cozze d’acqua dolce (Unio elongatulus) in alcune aree litorali.
Il progetto vede tra i partner il Comune di Orta San Giulio, cofinanziatore del progetto, e la partecipazione di Fantini Rubinetti e Fondazione Comunità Novarese Onlus che hanno scelto di sostenere una borsa di ricerca per sviluppare ulteriormente l’approccio biologico e digitale sperimentale del progetto.
RIs-Orta rappresenta una delle prime azioni concrete nell'ambito del contratto di lago del Cusio. Il protocollo per la costituzione del Contratto di Lago per il Cusio da parte di Comuni, Associazioni e Aziende – con ben 82 sottoscrittori - è stato siglato, anche a seguito della raccolta voti nel dicembre 2018, nel comune capofila San Maurizio d’Opaglio. A promuoverlo l’associazione “Ecomuseo del Lago d’Orta e Mottarone”, che si è posta l’obiettivo di coinvolgere le due Province per una gestione coordinata degli aspetti ambientali, della riqualificazione e della sostenibilità.
Il lago d’Orta, a lungo inquinato dagli scarichi industriali e ripristinato ecologicamente alla fine degli anni Ottanta mediante l’operazione di “liming”, una imponente bonifica con carbonati di calcio per riequilibrare l’acidificazione delle acque, presenta sedimenti inquinati da metalli pesanti ma acque purificate. Le acque del Lago d'Orta più superficiali sono però naturalmente esposte nella zona litorale al rischio potenziale di rilascio di inquinanti dai sedimenti, a causa di una serie di agenti esterni (moto ondoso, ruscellamento e accesso dei bagnanti). RisOrta prevede l’uso delle cozze d'acqua dolce come biosentinelle di allarme, grazie alle loro riconosciute qualità filtranti e di sensibilità agli agenti esterni, per creare una rete di monitoraggio e per effettuare un risanamento localizzato delle zone costiere.
I bivalvi sono una classe di molluschi filtratori che vivono infossati nei sedimenti dei fondali. Le specie di acqua dolce hanno un grande impatto sulla qualità degli ecosistemi lacustri e fluviali. Come filtratori di grandi volumi d’acqua svolgono la funzione di depuratori naturali, rimuovendo anche sostanze tossiche grazie alla loro capacità di accumularle e depositarle nei loro organi in forma non tossica. Oltre a questo, migliorano le condizioni dei sedimenti e rendono l’habitat più idoneo anche per altre specie aumentando la biodiversità dell’ecosistema. Grazie a queste capacità, sono molto usati come “specie indicatrici della qualità dell’ecosistema” e per determinare le soglie di tossicità alla base della legislazione sugli scarichi inquinanti.
Il ripopolamento spontaneo nel Lago d’Orta della specie nativa Unio elongatulus, scomparsa all’inizio del secolo scorso a causa del grave inquinamento, ha attratto l’interesse degli esperti perché sono estremamente rari i casi di ripopolamento spontaneo dopo alterazioni così devastanti dell'ecosistema.
L’approccio biologico di questo studio pilota intende fornire una soluzione sostenibile anche dal punto economico e altamente tecnologica, perché i molluschi saranno provvisti di sensori che consentono di misurare in tempo reale le loro risposte alle condizioni ambientali. I dati sul comportamento delle cozze verranno inviati digitalmente al CNR per monitorare in continuo le condizioni dell’ambiente e rilevare immediatamente eventuali anomalie o immissioni di sostanze inquinanti.
Il progetto, che per la parte tecnico scientifica è gestito dalla dott.sa Nicoletta Riccardi, ricercatrice di IRSA CNR di Verbania, prevede la reintroduzione di molluschi della stessa specie, Unio elongatulus, lungo una porzione del perimetro del lago d’Orta, al fine di promuovere il risanamento dei sedimenti litorali e il biomonitoraggio.
Attualmente, la popolazione di molluschi è limitata a una sola porzione del litorale del lago e la ricolonizzazione spontanea delle altre zone litorali richiederebbe tempi molto lunghi. Ris-Orta prevede di accelerare la colonizzazione di altre aree litorali traslocando molluschi della stessa specie prelevati dai laghi limitrofi. Le attività di raccolta e traslocazione dei bivalvi saranno realizzate con il supporto volontario di alcune realtà associative della comunità locale.
Questo contribuirà ad accelerare la depurazione dei sedimenti e a favorire il ripopolamento di altre specie grazie al miglioramento delle condizioni dell’habitat. Successivamente, seguirà il biomonitoraggio attivo e in tempo reale dello stato ecologico dell’acqua per il rilevamento e l’identificazione immediata di eventuali immissioni di contaminanti, grazie all’installazione di gabbie contenenti molluschi provvisti di sensori per il rilevamento di anomalie del comportamento. Questo sistema di monitoraggio fa parte di una metodologia sempre più in uso per la sua affidabilità e semplicità di applicazione che rientra nei cosiddetti “BEWS: Biological Early Warning Systems”.
La zona dedicata sarà l’area di Bagnera d’Orta, dove si trova una delle spiagge più frequentate. Successivamente, sulla base degli esiti del progetto e grazie al reperimento di nuovi finanziamenti, l'attività potrà essere auspicabilmente estesa a tutte le sponde del lago. I monitoraggi dei molluschi traslocati verranno effettuati a distanza di 1 mese, 6 mesi, e 1 anno dall’impianto. Per facilitarne la localizzazione al fine del controllo periodico delle loro condizioni di salute, questi saranno provvisti di un microchip. In caso di risposta comportamentale alterata si provvederà all’ispezione immediata e alla contestuale raccolta di campioni di acqua per analisi. Verranno inoltre regolarmente controllati a campione alcuni molluschi per l’analisi dell’accumulo dei metalli. Il progetto pilota servirà alla definizione della più ottimale modalità operativa del sistema di biomonitoraggio continuo.
“Il FAI ha scelto di sostenere insieme a Intesa Sanpaolo questo innovativo progetto pilota di elevato valore ambientale che risponde pienamente all’impegno civico della Fondazione nel voler collaborare con la società civile e le istituzioni, sia a livello locale che nazionale, in difesa del paesaggio oltre che del patrimonio storico-artistico. Il progetto è inoltre supportato da una rete di attori attivi sul territorio che, fin dalla raccolta voti al Censimento, ha promosso un’azione di educazione all’ambiente, coinvolgendo numerose scuole, in linea con la missione del FAI. Inoltre, il coinvolgimento del IRSA CNR attribuisce un indiscusso valore scientifico all’operazione.” Federica Armiraglio – Responsabile progetto I Luoghi Cuore FAI
Il Presidente di Ecomuseo del Lago d’Orta e Mottarone Giovanni De Bernardi ha dichiarato: “Ecomuseo è fiero di dar vita a questo nuovo progetto che rappresenta una delle prime azioni concrete nell'ambito del Contratto di lago del Cusio, un accordo per la salvaguardia dell'ambiente e dell'ecosistema del lago d'Orta. Un intervento di questo genere rappresenta un modello innovativo di scienza partecipata da parte della collettività.”
“La Fondazione Comunità Novarese onlus – ha commentato il Segretario Generale Gianluca Vacchini – ha scelto di sostenere il progetto Ecolago che nasce per coinvolgere la popolazione nel miglioramento della fruizione di alcune aree del lago d’Orta anche attraverso l’organizzazione di attività didattiche outdoor. Questa nuova fase che comprende la borsa di ricerca consente al progetto di fare un ulteriore avanzamento in termini di tutela e salvaguardia ambientale e, quindi, di proporre un insieme di azioni ancora più completo”.
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