“Ho nominato il FAI erede universale nel mio testamento”

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“Ho nominato il FAI erede universale nel mio testamento”
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26 settembre 2022

Disporre un testamento a favore del FAI è un modo semplice di donare. Ne parliamo con Lucia Ohr che, iscritta Speciale dal 2018, ha deciso di compiere questo gesto generoso, per amore del nostro Paese.

Il testamento è un atto di libertà che ci offre la possibilità di scegliere a chi affidare il nostro patrimonio, senza correre il rischio che esso sia diviso secondo criteri definiti dalla legge ed ereditato anche da persone a noi meno vicine. Si può decidere di nominare il FAI erede dei propri beni con un testamento: un gesto semplice e non vincolante, che può essere modificato in qualsiasi momento, senza ledere in alcun modo i diritti dei legittimari. Non sono necessari né grandi patrimoni, né grandi beni.

Lucia Ohr, medico, iscritta Speciale alla Fondazione dal 2018, ci racconta le motivazioni che l’hanno portata ad avvicinarsi dapprima al FAI e poi a prendere la decisione di nominare la Fondazione erede universale nel suo testamento.

Signora Lucia Ohr vuole raccontarci chi è, la sua professione, e come si è avvicinata al FAI?

Sono una donna, sono un medico. Per una serie di vicende mi sono ritrovata sola da molti anni e non ho figli. La prima volta che ho sentito parlare dl FAI è stato durante una intervista alla Vicepresidente FAI Ilaria Borletti Buitoni. Per curiosità alcuni giorni dopo sono andata a documentarmi e ho capito che le iniziative della Fondazione non rimanevano solo su carta, ma venivano attuate per fasi che poi potevano essere verificate concretamente.

Sappiamo che ci sostiene dal 2018 con un’iscrizione generosa! Per quale motivo ha scelto di diventare subito iscritta Speciale invece che iscritta ordinaria?

Ho scelto di diventare iscritta Speciale sia per la finalità – ovvero il recupero delle “cose belle” – sia per la serietà nell’attuazione di ogni progetto. Perciò, vista la quota di adesione, ho pensato da subito di scegliere quest’opzione. Aggiungo che ho scelto come modalità di pagamento la domiciliazione bancaria che, secondo me, permette di fare una cosa grande per il patrimonio del nostro Paese con un piccolo contributo mensile.

Nel suo percorso al nostro fianco, a un certo punto ha voluto approfondire un tema importante per la Fondazione che è quello delle disposizioni testamentarie. Come è venuta a conoscenza della possibilità di nominare il FAI erede universale nel suo testamento?

All'inizio mi sono informata perché non conoscevo bene le varie opzioni, poi è stato facile contattare l'ufficio preposto e sono stata affiancata dalla dott.ssa Simona Cattaneo e la dott.ssa Ilaria Lenzi che semplicemente mi hanno spiegato come potevo fare. Quindi ho provveduto a fare tutto l'iter ricevendo varie delucidazioni qualora avessi dei dubbi. È stata una relazione molto equilibrata, mi sono stati dati dei consigli su come mettere in atto una decisione che avevo già preso chiaramente da sola.

Che emozioni ci sono alla base di un gesto così generoso come il suo? Perché ha scelto proprio il FAI e non altre associazioni che, per esempio, trattano temi legati al sociale?

Alla base di un simile gesto, per quanto mi riguarda c'è, da un lato la consapevolezza di essere sola, dall’altro di lasciare le mie cose materiali dopo la mia morte a chi voglio io. Inizialmente avevo pensato ad associazioni che si occupano di assistenza o temi sociali ma io faccio il medico, passo la mia giornata in ospedale sempre a contatto con la sofferenza delle persone, perciò ho indirizzato la mia scelta verso chi si occupa seriamente del mantenimento, della cura e della valorizzazione del nostro immenso Patrimonio culturale: vorrei dare il mio contributo concreto alla tutela della bellezza che ci circonda.

Ora passiamo a cose più leggere… Ha visitato qualche Bene FAI? Qual è il suo preferito? Partecipa agli eventi organizzati dalla Fondazione e dalle Delegazioni del suo territorio?

Il mio Bene FAI preferito è Villa del Balbianello. Tutto è pregevole, dal parco alla dimora di Guido Monzino. Trovo molto commoventi le targhe con le dediche sotto a ogni pianta che suonano come epitaffi. E sì, partecipo in varie occasioni agli eventi organizzati dalla Delegazione della mia città e del mio territorio. Dovessi andare in pensione mi piacerebbe diventare una volontaria che accompagna i visitatori nei Beni FAI e alla scoperta dei luoghi eccezionali che la nostra Italia possiede... chissà!

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