03 giugno 2021
La “A” al centro dell’acronimo FAI, è la A di Ambiente: Fondo per l’Ambiente Italiano. L’Ambiente impegna la Fondazione fin dalla sua nascita, ma oggi, di fronte al precipitare rapido e drammatico della crisi ambientale, l’impegno per ciò che ci circonda richiede un ripensamento generale e profondo e un deciso ulteriore sforzo da parte di tutti, che il FAI per primo intende avviare con nuovi progetti e investimenti strategici, come abbiamo riflettuto in occasione del XXV Convegno Nazionale del 20-27 marzo scorso.
“Ambiente” per il FAI del 2021 non è solo la Natura, perché non esiste un patrimonio naturale intoccato dalla mano o dalla mente dell’Uomo, ovvero separato dalla sua Storia e dalla sua Cultura. È l’Ambiente umano, un intreccio inestricabile tra Uomo e Natura.
Esempio di questo legame indissolubile è la Baia di Ieranto, un’insenatura che, davanti ai faraglioni di Capri, fa da punto di congiunzione tra la penisola sorrentina e la costiera amalfitana all’interno dell’area marina protetta di Punta Campanella: uno spettacolo naturale di tale meraviglia che, narra Omero, persino le Sirene lo scelsero come dimora.
La Baia, donata al FAI da Italisider nel 1987 affinché venisse sottratta ai pericoli di speculazione, è la dimostrazione di un riuso virtuoso di un’area ex industriale restituita alla collettività.
Avvilita e deturpata dal suo passato di sfruttamento attraverso una cava di roccia calcarea, Ieranto è stato il primo restauro paesaggistico del FAI: dal ripristino dell’originale macchia mediterranea e la piantumazione di alberi di limoni e olive, alla costruzione ex novo di chilometri di muretti a secco; dal restauro della cinquecentesca torre di Montalto, alla ricostruzione dell’ottocentesco “villaggio minerario”, con una ristrutturazione filologica della “casa a cupola” e la riproduzione dei tetti in battuta di lapillo, una tecnica dimenticata che il FAI è riuscito a trasmettere agli artigiani locali.
La Baia di Ieranto, inoltre, è uno dei 12 Beni del FAI in cui abbiamo costituito un apiario, proseguendo così il progetto “Api nei Beni”. In questo modo, offriamo a questi preziosi insetti impollinatori spazi favorevoli alla loro sopravvivenza e al benessere e garantiamo un luogo votato a pratiche agricole ecologiche che non utilizzano insetticidi dannosi e che rispettano la biodiversità.
Grazie alla collaborazione tra il FAI e la Masseria delle Sorgenti Ferrarelle, ubicata a Riardo (Caserta) nel territorio custodito da Ferrarelle S.p.A., in queste settimane di tarda primavera è stato possibile trasferire nella Baia cinque famiglie di api della Masseria affinché possano contribuire con il loro prezioso lavoro alla salvaguardia della biodiversità della Baia di Ieranto.
Qualora possibile e garantendo alle api le scorte necessarie alla sussistenza, saremo in grado di produrre del miele dalle caratteristiche uniche ed inimitabili.
Oggi l'intera area è riconosciuta come Area Protetta Naturale dalla Regione Campania in quanto un nodo primario della rete ecologica della Regione e ospita numerose specie vegetali e animali. Insieme a Punta Campanella, la Baia è abitata da numerosi uccelli stanziali ma anche specie migratrici, essendo posta sulle rotte migratorie di alcuni volatili. Se si è fortunati si può avvistare il falco pellegrino, che nidifica nel territorio della baia ed è stata registrata addirittura la presenza di una delle specie di gabbiano più rare al mondo, inserita nella lista rossa delle specie in pericolo: il gabbiano corso.
Ma non solo. I fondali della Baia di Ieranto celano un mondo ricco di vita e di colori: la Riserva Marina Protetta di Punta Campanella dal 2015 effettua ogni anno un monitoraggio e, ad oggi, ha censito più di 260 specie: meraviglie nascoste alla superficie ma fondamentali per l’equilibrio dell’ecosistema della Baia.
Luogo magico e selvaggio, tutelato dal FAI, la Baia di Ieranto offre dunque un “Ambiente” di bellezza straordinaria, ma intreccio indissolubile tra storia dell’uomo e natura.
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