18 giugno 2025
Villa Rezzola è un’antica dimora signorile immersa in un ampio e rigoglioso giardino terrazzato, che rappresenta uno straordinario esempio di abitazione aristocratica inglese di inizio ’900, in cui il mito della villeggiatura nel sud d’Europa trova forma nell’armonica interrelazione tra architettura e natura.
Prima dell’intervento del FAI era evidente la condizione di degrado in cui versava il giardino, sia nella parte botanica che in quella architettonica. I viali interni in molte parti privi delle necessarie protezioni, la condizione di instabilità strutturale di molti muri di contenimento, il deterioramento di elementi di pregio come il pergolato di glicine e i belvederi, il dissesto di scale e rampe, rendevano la percorribilità del giardino impossibile per il pubblico, e mettevano a rischio la sopravvivenza di una testimonianza storica e paesaggistica di grande pregio, unica in questo tratto di costa ligure e passaggio obbligato dei Grand Tour ottocenteschi.
Grazie a numerosi donatori privati e al contributo ottenuto nell’ambito del PNRR “Programmi per valorizzare l’identità dei luoghi: parchi e giardini storici”, il FAI ha restaurato e riqualificato un’ampia porzione del giardino, pari a quasi la metà della sua estensione totale.
Con un investimento di circa 2.300.000 euro, a fronte di un contributo di 2.000.000 euro di fondi PNRR, il FAI ha restaurato circa 1,5 ettari di aree verdi attorno alla Villa – circa la metà dell’estensione totale del giardino – recuperato oltre 40 metri di pergolati e 18 scalinate in pietra e mattoni, riattivato 12 vasche e fontane storiche per un totale di 550 mc di riserva idrica, piantato più di 8.000 fiori, arbusti e alberi, installato 18 pannelli fotovoltaici per fornire energia agli impianti elettrici del giardino.
Per poter aprire al pubblico in sicurezza, il FAI ha dovuto investire altri 1.200.000 euro di fondi propri, arrivando a un investimento complessivo di 3.500.000 di euro. In 17 mesi di lavoro, si sono alternati 20 professionisti con competenze molto diversificate – tra architetti, paesaggisti, ingegneri, agronomi, restauratori, botanici, zoologi, impiantisti, geologi, archeologi… – e oltre 50 maestranze specializzate.
L'intervento ha privilegiato la conservazione degli elementi architettonici originari che connotano l’identità del giardino: sentieri in ghiaino, percorsi in mattoni e pietra, acciottolati decorati “a risseu”, scale in marmo. Questi manufatti, in parte compromessi, sono stati oggetto di consolidamenti strutturali, integrazioni puntuali e restauro selettivo delle parti ammalorate. Particolare attenzione è stata riservata al recupero statico del lungo pergolato a “pompeiana” coperto di glicine. Il progetto ha gestito la materia nel suo mutare nel tempo, valorizzando l’interrelazione tra elementi vegetali e architettonici per favorire una manutenzione integrata.
Fulcro del progetto è stato il restauro della componente vegetale e del disegno paesaggistico complessivo. Si è intervenuti su scarpate, muri di contenimento, pavimentazioni drenanti, viali, rondò, vaserie e strutture protettive per le collezioni botaniche, come serra e ombrario. La riqualificazione botanica ha mirato a contrastare l’impoverimento floristico, tutelando le specie identitarie e affiancandole a essenze autoctone, resilienti e compatibili con il contesto. Il progetto, firmato dallo studio AG&P greenscape, ha rispettato l’impianto storico del giardino in un’ottica di valorizzazione paesaggistica.
Elemento centrale del progetto è stato il recupero del sistema idrico e scenografico: canali, fontane, cisterne e laghetti sono stati riqualificati per ripristinarne funzionalità e valore estetico. I sistemi irrigui e di drenaggio sono stati adeguati, con nuovi dispositivi per la raccolta e il riuso dell’acqua piovana, ottimizzando così la gestione idrica del giardino anche nei periodi di siccità.
La progettazione illuminotecnica ha seguito il principio del rispetto del buio. Il maestro marionanni ha ideato una luce delicata, emozionale e non invasiva, capace di accompagnare il visitatore senza alterare il paesaggio notturno né disturbare la fauna, come le lucciole. È stata progettata appositamente la lampada campanella, in ottone naturale, con sorgente a LED da 6W, temperatura di colore a 3000 K e CRI >95. Il sistema di illuminazione, alimentato da pannelli fotovoltaici, è controllato da un sistema domotico che ne regola intensità e orari, minimizzando l’inquinamento luminoso.
La luce c’è solo dove e quando serve, si fa presenza silenziosa che guida senza imporsi, che protegge senza isolare e che rafforza il suo rapporto con la natura, diventando emozione del nulla e rispetto del buio.
Concluso l’intervento principale con fondi PNRR, si è proceduto con ulteriori restauri per dotare il sito di servizi museali. Gli spazi di ingresso, un tempo adibiti a garage e depositi, sono stati riconvertiti in biglietteria e negozio, mantenendone il carattere rustico e i materiali originari. Nei giardini si sono completati i restauri di balaustre, scale, belvederi e mosaici in acciottolato, anche quelli riemersi durante i lavori. È stata inoltre riattivata la fontana centrale del parterre, trasformando un’ex aiuola in vasca zampillante. Nella Villa, si è proceduto solo con interventi di messa in sicurezza, in attesa di un restauro più ampio.
A completamento dei lavori per l’apertura al pubblico si ringraziano per il fondamentale contributo Deutsche Post Foundation e Nora McNeely Hurley/Manitou Fund, e per il generoso sostegno Friends of FAI, FIMESA, Maria Enrica Bonatti e Giovanni Mameli.
I lavori sono stati resi possibili anche grazie ai generosi lasciti di Claudio Franco Fassi e di Dolly Costopoulos, quest’ultimo giunto tramite FAI UK.
Si ringraziano inoltre per la concreta partecipazione Fondazione Berti Onlus e Fondazione Passadore 1888.
Infine, un grazie a Epta, per il contributo alla valorizzazione e al racconto culturale, a MADWORKSHOP, per il sostegno agli studi sul Bene, a FAI SWISS – Délégation Suisse Romande e a Tom e Catrin Treadwell.
Un ringraziamento speciale va a Mayda Bucchioni, negli anni 2000 Capo Delegazione FAI di La Spezia, che portò all’attenzione del FAI Villa Rezzola ed ebbe la costanza di perseverare in questa direzione.
Per i 50 anni del FAI, oltre all’apertura del giardino di Villa Rezzola e altri quattro Beni, ci aspettano tante sfide: restauri, interventi di monitoraggio e nuovi spazi da restituire alla collettività. Abbiamo pianificato 11,6 milioni di euro di investimenti in cantieri e valorizzazione: un grande progetto per un futuro da creare insieme.
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