Da spettatori a protagonisti

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Da spettatori a protagonisti
Focus

29 ottobre 2025

Il discorso del Presidente FAI Marco Magnifico tenuto a Roma il 29 ottobre 2025 alla presenza del Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, in occasione della presentazione del programma nazionale FAI per la Scuola 2025-2026.
Il cittadino – secondo una delle definizioni dello Zingarelli – è il «membro partecipe di una comunità, di una convivenza anche ideale».

Membro partecipe; cioè cittadino che prende parte, che si dà e ha un ruolo in quanto mosso da una visione ideale della convivenza civile. Non ha importanza se questo ruolo sia professionale o volontario; ciò che conta è che egli operi in modo da essere percepito come parte attiva, costruttiva e utile al progresso e alla crescita civile e culturale della comunità in cui vive.

Vi sono ovviamente un’infinità di modi, strumenti, occasioni, per sentirsi ed essere percepiti come membri partecipi di una comunità; noi del FAI, per missione, promuoviamo la partecipazione dei cittadini alla costruzione di una convivenza ideale, favorendo la creazione di un rapporto sempre più intenso con la nostra storia, attraverso un'azione concreta, appassionata e militante a favore del patrimonio culturale e paesaggistico della nazione.

Contrariamente a quello che normalmente si tende a pensare, non è il formidabile e smisurato patrimonio storico artistico e naturalistico italiano il destinatario della missione istituzionale del FAI; non sono il restauro, la valorizzazione e la gestione di monumenti d’arte e di natura il vero oggetto della nostra missione; essi sono solo il mezzo per svolgere una missione ben più nobile, impegnativa e al tempo stesso proficua e fruttuosa ai fini di quella “convivenza ideale” alla quale l’uomo civile da sempre aspira.

L’articolo 2 del nostro Statuto è chiarissimo a questo proposito nel dire che «scopo esclusivo del FAI» sono «l’educazione e l’istruzione della collettività alla difesa dell’ambiente e del patrimonio artistico e monumentale italiano».

E allora su questo punto, qui, oggi, in questa prima Conferenza Stampa congiunta tra Ministero dell’Istruzione e del Merito e FAI in occasione dei cinquant’anni dalla nostra fondazione – GRAZIE signor Ministro per averci riservato questo onore e questo segno così importante di considerazione! – faccio due brevi riflessioni.

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La prima riguarda la nostra ambizione di educare cittadini adulti, giovani e ancora bambini non solamente a una più approfondita conoscenza del patrimonio d’arte e di natura italiano ma anche a un impegno personale concreto e in qualche misura militante verso di esso in grado di consentire a un buon cittadino di diventare da spettatore a protagonista.

Abbiamo tutti più e più volte celebrato il determinante e singolare peso che la nostra Costituzione affida, con l’articolo 9, alla promozione della cultura e alla tutela del paesaggio e del patrimonio storico e artistico della nazione; ma se l’articolo 9 è il pilastro, è l’articolo 118 del Titolo V che, riconoscendo e affidando ai cittadini «singoli o associati» una «autonoma iniziativa per lo svolgimento di attività di interesse generale sulla base del principio di sussidiarietà», incita ognuno di noi a essere un protagonista nel gran lavoro di dare un futuro al passato del Paese più bello del mondo; è l’articolo 118 la pietra angolare sulla quale, dal 2011, il FAI ha costruito le Giornate per le scuole della cui 14ª edizione parliamo oggi nell’ambito della presentazione del Progetto Nazionale FAI per la Scuola 2025-2026; i ragazzi da studenti diventano docenti; da auditori insegnanti; da spettatori, appunto, protagonisti. Narrando e illustrando ai loro compagni più giovani le meraviglie del nostro passato i ragazzi della scuola secondaria superiore insegnano ai più piccoli che quel tesoro appartiene a tutti e che tutti, ma proprio tutti a partire da loro così giovani, hanno la responsabilità della sua tutela e della sua conservazione; insegnano che esso va frequentato, vissuto, toccato (quando si può), curiosato… e poi anche studiato, e magari raccontato e sentito proprio come propria si sente la propria casa.

Le Giornate FAI per le scuole sono la punta di diamante e, in un certo senso, il “prodotto” più innovativo e sfidante dell’attività educativa del FAI a favore della scuola.

L’impegno verso scolari e docenti fu sempre, come diceva lei, “un pallino” per la nostra fondatrice e prima presidente Giulia Maria Crespi e da quando nel 1996 fu istituito al FAI un ufficio appositamente dedicato alle scuole (che oggi conta tre professionisti a tempo pieno e 172 Delegati Scuola su tutto il territorio nazionale: tutti docenti sia ancora in attività che in pensione) ha coinvolto oltre 4 milioni di studenti; una cifra che lascia sbalorditi anche noi del FAI!

Di questi, 1 milione e mezzo (dalle scuole materne ai licei) hanno visitato i Beni del FAI nel corso di visite scolastiche dove i nostri formatori – tutte guide turistiche specificamente formate per la didattica scolastica e preparate dal nostro ufficio cultura sui contenuti specifici di ogni singolo monumento – collaborano con i docenti al fine di creare una visita/esperienza densa di contenuti ed emotivamente coinvolgente.

Un altro milione di studenti ha partecipato a progetti di studio – gli annuali “Concorsi FAI per le scuole” – che ogni anno lanciamo su temi specifici che riguardano il patrimonio.

Un milione di studenti – tramite l’iscrizione della intera classe al FAI (oltre 30 mila classi iscritte) – sono iscritti e partecipano alla vita della Fondazione.

500 mila sono stati poi gli “Apprendisti Ciceroni”, cioè studenti di scuole di ogni ordine e grado che – dopo essere stati preparati dai loro professori in collaborazione con i Delegati Scuola del FAI – guidano e illustrano ogni anno a centinaia di migliaia di visitatori (815 mila nel 2025!), i monumenti aperti nelle edizioni primaverile e autunnale delle Giornate del FAI.

Ed eccoci quindi alle Giornate FAI per le scuole nelle quali, dal 2011, oltre 50 mila ragazzi delle scuole secondarie superiori hanno mostrato, illustrato e raccontato a oltre 400 mila studenti delle elementari e delle medie inferiori circa 2500 monumenti; quest’anno saranno oltre 200 i luoghi d’arte teatro di questa innovativa esperienza didattica.

Il portato formativo sia per i ragazzi docenti che per i ragazzi apprendisti è formidabile; ai primi, per un giorno ribaltando il proprio ruolo, viene data la responsabilità di educare ragazzini poco più giovani di loro, così sperimentando per la prima volta sia una responsabilità di educatori sia – catturando con un certo stupore l’attenzione e l’ammirazione dei più piccoli – l’emozione di essere ascoltati in quanto già padroni di un sapere che tradizionalmente fa parte solo del bagaglio “dei grandi”; i più piccoli per contro apprendono non già da professori ma da ragazzi poco più grandi di loro che un certo “sapere” – come la prodigiosa storia del nostro Paese e di coloro che lo hanno fatto grande con le loro opere di pittura, architettura, letteratura, musica e scultura che trovano in chiese, palazzi monumenti di fianco ai quali passano spesso – non appartiene solo al lontano, vecchio, noioso, pesante mondo degli adulti ma fa parte della quotidianità esattamente come la loro casa, la loro bicicletta, il loro gelataio preferito; e, ascoltato dalla voce di ragazzi poco più grandi di loro fa l’effetto di un… Se te lo dico io e non un grande ci puoi credere!.

La seconda riflessione è brevissima ed è anche la conclusione; il terreno è straordinariamente fertile!

Una semina ben fatta, come insegna la parabola evangelica del buon seminatore, dà buoni frutti con una generosità sorprendente.

In tanti anni di esperienza sussidiaria a quella del mondo della scuola il FAI ha imparato che l’oggetto della sua missione non è affatto estraneo al mondo dei giovani e che, anzi!, se coinvolti con la chiave giusta essi si appassionano alla realtà della storia, dell’arte e del paesaggio storico e naturale con una facilità e un vigore sorprendenti, scoprendo quanto sia più gratificante ed emozionante l’esperienza concreta rispetto a quella virtuale. Moltissimi dei 400 mila ragazzi che nelle Giornate FAI per le scuole sono stati condotti per mano alla scoperta del patrimonio dai loro compagni più grandi sono a loro volta diventati giovani docenti in edizioni successive, e poi sono entrati a far parte dei quasi 100 Gruppi FAI Giovani che operano in tutto il Paese per poi confluire molto spesso nelle Delegazioni del FAI in tutta Italia. Quell’Italia di cittadini partecipi, di tutte le età, di cui parlavo all’inizio; volontari ma ormai protagonisti della tutela e della valorizzazione e che sono il vero cuore pulsante, generoso, civile e creativo del FAI.

A loro e a tutti i ragazzi della scuola secondaria superiore che dal 24 al 29 novembre animeranno la quattordicesima edizione delle Giornate FAI per le scuole, la nostra ammirazione, la nostra gratitudine e il nostro incitamento a essere di esempio per un numero sempre maggiore di loro compagni.

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