03 novembre 2021
Il 2 novembre 2021, i leader mondiali riuniti a Glasgow si sono impegnati ad arrestare e invertire la deforestazione e il degrado del suolo entro il 2030. Oltre all’obiettivo evidente di tutelare, conservare e ripristinare le foreste superstiti (e le comunità di uomini e animali che le abitano), per garantire al Pianeta e a noi tutti i benefici del loro impatto sul riscaldamento globale, questa dichiarazione è un passo strategico per favorire una politica di gestione delle foreste, che non esclude l’uso agricolo, purché sia sostenibile.
Gli stati firmatari rappresentano ben l’85% delle foreste mondiali: sono così rappresentati tutti i tipi di foreste e tutte le regioni del pianeta dall’Amazzonia alla Foresta atlantica al Sud-Est Asiatico. Per raggiungere questo obiettivo si parla di investimenti di 12 miliardi di dollari di fondi pubblici e 7,2 miliardi di investimenti privati.
Oggi circa un quarto delle emissioni globali proviene dalle attività connesse all'uso del suolo, tra cui gli allevamenti e l’agricoltura, e drammaticamente incide la deforestazione, che avanza a un ritmo incalzante di 4,7 milioni di ettari all’anno di perdita netta, pari circa alla superficie di Sardegna e Sicilia insieme.
Proteggere le foreste e fermare il degrado dei suoli è una azione fondamentale per limitare gli effetti del riscaldamento globale. Come si legge anche nell’ultimo rapporto dell’IPCC:
“La protezione delle foreste e la riduzione del degrado forestale è l’opzione di mitigazione che ha il potenziale più elevato anche in termini di benefici ambientali e sociali”.
Le foreste non sequestrano solo il carbonio, ma danno anche supporto alle comunità, mezzi di sussistenza e cibo, sono essenziali per la nostra stessa sopravvivenza.
Leggi il testo integrale della DICHIARAZIONE DEI LEADER DI GLASGOW SULLE FORESTE E L'USO DEL SUOLO
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