17 gennaio 2025
«Io vorrei… che Siculiana, mia Patria e mia Parrocchia, divenisse una piccola Pompei per il prezioso e taumaturgo Simulacro del SS. Crocifisso». (Sac. Giovanni Moscato arciprete del Santuario - 3 maggio 1903)
Ogni 3 maggio, circa tremila persone partecipano a Siculiana a una processione tanto sentita quanto singolare, che parte proprio dal Santuario del Santissimo Crocifisso. La costruzione della chiesa, inizialmente dedicata alla Madonna del Carmelo, risale alla fine del Cinquecento a opera dei Padri Carmelitani chiamati da Blasco Isfar y Corillas, barone di Siculiana. Venne aperta al culto nel 1610 con una celebrazione particolarmente solenne, durante la quale il venerato Crocifisso nero, fino ad allora custodito nella chiesetta di S. Lorenzo, venne traslato in quello che poi diventerà il Santuario del Santissimo Crocifisso, dal quale, appunto ogni 3 maggio, prende avvio la processione: la statua, caricata su un “fercolo”, viene portata a spalla per le vie della città, con tipici movimenti bruschi e picchiate della portantina, che rendono particolarmente scenografica questa processione.
La venerazione della scultura portò a una serie di abbellimenti della chiesa. Nei primi anni del Settecento, grazie alla generosità di don Vincenzo Alfani, facoltoso notabile siculianese, la chiesa fu ampliata e arricchita con decorazioni in foglia d’oro, tele e affreschi per i quali Raffaello Politi - figura poliedrica di architetto, pittore e archeologo, che ebbe un ruolo centrale per la tutela e lo studio delle antichità di Agrigento nel corso della prima metà dell’Ottocento - si ispirò alla Cappella Sistina di Michelangelo. Verso la metà del secolo anche il vescovo di Agrigento Mons. Domenico Maria Lo Jacono si impegnò ad ampliare e arricchire la chiesa del suo paese natio con la costruzione dell’Oratorio. Su uno dei muri esterni dell'edificio è ancora visibile lo stemma vescovile scolpito su pietra.
Il Battistero custodisce una preziosa vasca lustrale di origine ebraica, detta “Kyor”. In bassorilievo ci sono i blasoni degli Aragona e dei Castiglia, reali di Spagna e una epigrafe in ebraico medievale oggetto di studi. A corredo della vasca, delle notevoli formelle in alabastro raffigurano scene dell’Antico Testamento. La loggia sovrastante l'ingresso della navata accoglie un organo a canne del 1939, acquistato in occasione della solenne incoronazione del SS. Crocifisso.
L’abside è il passaggio obbligato per i numerosissimi pellegrini e visitatori che vengono a venerare il Crocifisso. All’interno dell’abside si trovano il coro ligneo e l’altare maggiore di fine Settecento, collocato ai piedi del Santissimo Crocifisso e dotato di una presenza scenica notevole: realizzato in marmo di diverse cromie, ha al centro il ciborio circolare con colonne sormontate da capitelli in legno dorato e la cupola in marmo. I frontali in marmo verde sono arricchiti da artistiche formelle in legno ricoperte d’oro, che rappresentano scene bibliche e i Padri della Chiesa.
Ai due lati si trova il maestoso coro in legno massello, di forte impatto visivo e che tutt’ora viene utilizzato da presbiteri e ministri. È composto da ventotto sedute disposte su due livelli. La parte superiore è scandita a sua volta da tre livelli: dall’alto, una trabeazione con elementi floreali in legno conduce al secondo ordine, dove capitelli e lesene fanno da cornice alla seduta; il terzo livello comprende i braccioli scolpiti in legno e la seduta mobile vera e propria, sorretta da mensole a voluta.
Nel 2022 il Comitato spontaneo “Pro Santuario SS. Crocifisso di Siculiana”, guidato da Vito Salvaggio e composto dai rappresentanti di alcune associazioni attive sul territorio e da molti volontari, si è attivato per la raccolta voti in occasione dell’XI edizione del censimento “I Luoghi del Cuore” riuscendo a raccogliere 13.105 voti.
Grazie a questo risultato la Parrocchia del SS. Crocifisso ha potuto partecipare al bando che il FAI e Intesa Sanpaolo lanciano dopo ogni edizione del censimento, ottenendo un contributo di € 14.000, al quale si sono aggiunti i cofinanziamenti del Comune di Siculiana e del Santuario, per realizzare il progetto di restauro del coro ligneo e dell’altare maggiore del Santuario.
L’altare, oltre a lievi mancanze di marmo, presentava depositi di grasso e sconnessioni tra le specchiature. Importanti mancanze interessavano le figure antropomorfe, alterando la lettura dell’impianto iconografico. I bassorilievi lignei erano notevolmente danneggiati da lesioni e attacchi xilofagi. Dopo tanti decenni senza interventi, il coro risultava inutilizzabile e insicuro per le molteplici disconnessioni strutturali, le abrasioni, le alterazioni della finitura.
L’intervento è stato eseguito dai restauratori della ConservArt, Sergio Dinolfo e Gianluca Capitelli sotto la direzione tecnico-scientifica di Davide Cesari, con l’utilizzo di tecniche innovative e nel massimo rispetto dell’ambiente e del bene da restaurare. L’intervento, infatti, ha cercato di preservare quanto più possibile le finiture originali e i prodotti impiegati sono stati selezionati per il loro basso impatto ambientale, utilizzando materiali naturali e compatibili con la materia originaria.
«In un convegno organizzato a Siculiana nell’ottobre del 2022, in occasione delle Giornate FAI d’Autunno, avevo potuto sottolineare quanto fosse importante la partecipazione della comunità al censimento nazionale “I Luoghi del Cuore” – ricorda il Capo Delegazione FAI di Agrigento, Avv. Giuseppe Taibi, e prosegue – Da ottobre a dicembre 2022, in soli tre mesi, i cittadini hanno così accettato la proposta e raccolto oltre 13 mila firme per il Santuario del SS Crocifisso, primo luogo del cuore in provincia di Agrigento. Il progetto di restauro ha successivamente ottenuto un contributo da FAI e Intesa Sanpaolo e proprio ora, nell’anno del ventennale de “I Luoghi del Cuore”, celebriamo tutti insieme l’inaugurazione. Grazie al programma “I Luoghi del Cuore” i cittadini hanno unito le forze per questo luogo che rappresenta la loro identità e allo stesso luogo hanno potuto assicurare adeguata valorizzazione e notorietà. Un esempio virtuoso di democrazia dal basso che merita di essere da tutti festeggiato, anche in vista di Agrigento Capitale Italiana della Cultura 2025».
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