09 novembre 2023
Il Comune di Brescia e Fondazione Brescia Musei, in collaborazione con l’Associazione Genesi e il Festival della Pace, annunciano la mostra collettiva Finché non saremo libere a cura di Ilaria Bernardi, che fino al 28 gennaio 2024 si articolerà all’interno delle sale del Museo di Santa Giulia, a Brescia: un'esposizione dedicata al tema drammaticamente attuale della condizione femminile nel mondo, con un particolare focus sull’Iran.
Finché non saremo libere declina al femminile il titolo del libro Finché non saremo liberi. IRAN la mia lotta per i diritti umani di Shirin Ebadi, avvocatessa e pacifista iraniana esule dal 2009, prima donna musulmana Premio Nobel per la pace (2003) per i suoi sforzi per la democrazia e i diritti umani, in particolare delle donne, dei bambini e dei rifugiati.
Un'esposizione con un significato ancora più importante dopo la proclamazione del Premio Nobel per la Pace 2023, che il prossimo dicembre verrà conferito a Narges Mohammadi – attivista iraniana, vice-presidente del Centro per la difesa dei Diritti Umani, imprigionata dalle autorità iraniane nel maggio 2016 e ancora in carcere – "per la sua battaglia contro l'oppressione delle donne in Iran e per promuovere diritti umani e libertà per tutti" e l'assegnazione del Premio Sacharov 2023 per la libertà di pensiero a Jina Mahsa Amini e al movimento di protesta iraniano "Donne Vita Libertà" annunciato lo scorso 19 ottobre a Strasburgo dalla presidente del Parlamento europeo Roberta Metsola.
La mostra Finché non saremo libere prosegue ed espande un filone di ricerca e approfondimento promosso dal 2019 dalla Fondazione Brescia Musei, che ha scelto di indagare contesti geo-politici di stringente attualità attraverso la prospettiva e la produzione di artisti contemporanei. Capitoli precedenti di questo filone sono state le mostre dedicate al rapporto tra arte e diritti che hanno visto protagonisti l’artista e attivista turca Zehra Doğan (Avremo anche giorni migliori. Opere dalle carceri turche, 2019), l’artista e attivista cinese Badiucao (La Cina (non) è vicina, 2021) e l’artista e attivista russa Victoria Lomasko (The Last Soviet Artist, 2022).
Per Fondazione Brescia Musei proporre una mostra dedicata allo sguardo delle donne, delle artiste contemporanee e delle artiste iraniane sui grandi temi della contemporaneità significa confermare il ruolo sociale di un’istituzione museale, attiva nel promuovere l’arte come potente espressione dell’inesauribile necessità di far sentire la voce dei diritti, tanto più urgente oggi in queste ore così tribolate. La mostra “Finché non saremo libere” conferma l’appoggio della nostra istituzione museale alle battaglie sociali delle donne, non solo quelle iraniane, e rinnova con questo grande evento l’interesse che Brescia rimanga, con il suo Festival della Pace, una piattaforma di grande discussione sui temi dei diritti umani.
Francesca Bazoli, Presidente Fondazione Brescia Musei
La mostra Finché non saremo libere prosegue ed espande anche la ricerca sull’educazione ai diritti umani promossa dal 2021 dall’Associazione Genesi con Progetto Genesi, a cura di Ilaria Bernardi, nel quale questa mostra si inserisce.
Sono particolarmente grata alla Fondazione Brescia Musei per aver condiviso con l’Associazione Genesi la grande sfida di concepire una mostra che, per l’attualità della tematica trattata, per l’originale impostazione e per le importanti artiste presenti, svolgerà senz’altro un ruolo di prim’ordine nella diffusione in Italia dei principi che informano la lotta delle donne per i loro diritti e in particolare di quelle iraniane.
Letizia Moratti, Presidente Associazione Genesi
Finché non saremo libere non desidera soltanto approfondire la drammatica condizione femminile in Iran, ma porre anche l’accento sull’importanza delle ricerche di alcune artiste iraniane, selezionandole in base alle loro qualità che gli ha permesso di imporsi all’interno del sistema artistico internazionale e di oltrepassare la drammatica situazione in cui verte il loro Paese.
La mostra promuove così un messaggio di speranza universale e di empowerment per tutte le artiste donne, non solo iraniane.
Il FAI partecipa alle attività educative della mostra coinvolgendo i volontari delle Delegazioni FAI e in particolare i mediatori del progetto FAI Ponte tra Culture, ideato dall’Associazione Amici del FAI e volto a favorire il dialogo interculturale tra persone di diversa provenienza geografica.
I mediatori di FAI Ponte tra Culture di Brescia, provenienti da diversi paesi del mondo, offriranno infatti un originale contributo raccontando le opere di Finché non saremo libere nelle giornate del 26 novembre e 9 dicembre 2023 e 27 gennaio 2024.
nei Beni FAI tutto l'anno
Gratis