07 luglio 2025
L’Araucaria bidwillii produce pigne talmente grandi da essere conosciuta come “Albero delle vedove”: si temeva infatti che le pigne, cadendo da grandi altezze, potessero essere letali per i taglialegna.
Dalla corteccia della Magnolia grandiflora si ricava un olio capace di abbassare la pressione, regolare il battito cardiaco e capace di contrastare problemi reumatici.
Il Ginkgo biloba è la pianta più vecchia al mondo, un vero e proprio “fossile vivente” le cui origini risalgono a 270 milioni di anni.
Sono solo alcune delle curiosità che potrete scoprire passeggiando nel Parco della Floridiana, uno dei parchi storici più amati e vissuti della città di Napoli e che recentemente si è arricchito di un percorso didattico volto a favorire la conoscenza, la salvaguardia e la valorizzazione del suo straordinario patrimonio botanico.
In occasione del decimo censimento I Luoghi del Cuore, nel 2020, ben 6.117 persone hanno espresso il loro voto per il parco della Floridiana. A seguito di questo risultato, la Direzione regionale Musei nazionali Campania, in collaborazione con l’associazione Amici della Floridiana aps, ha presentato un progetto di valorizzazione al bando che il FAI lancia al termine di ogni edizione del Censimento.
Il progetto Le Piante del parco della Floridiana ha permesso di sviluppare un percorso botanico con l’obiettivo di far conoscere la storia del parco e la ricchezza e varietà del suo patrimonio botanico attraverso pannelli didattici che raccontano e approfondiscono la storia del parco e delle sue specie botaniche. L’ideazione grafica dei pannelli è stata donata dallo studio di architettura del paesaggio “Progetto Verde” di Napoli e affidata all’architetto Martina Solli.
Ai tre pannelli con la mappa generale del parco, che raccontano la storia del luogo e indicano la posizione delle essenze arboree più antiche e di valore del Parco Borbonico, si affiancano dieci piccoli pannelli, posizionati in corrispondenza delle essenze selezionate, che riportano una descrizione più dettagliata e alcune curiosità.
Nell’ambito del progetto di valorizzazione promosso dal FAI in collaborazione con Intesa Sanpaolo, a partire dal 2022, sono state organizzate diverse attività di valorizzazione del parco: una serie d’incontri con esperti botanici, zoologi e storici dell’arte per conoscere più da vicino le specie arboree della Floridiana, la fauna ospitata tra i suoi rami, la nascita e le vicende del monumentale parco, in un percorso che incrocia così natura, arte e storia. L’iniziativa è stata realizzata in collaborazione con l’Università degli Studi di Napoli Federico II, della società di zoologi napoletani K’Nature e dell’associazione Progetto Museo.
Il bosco odierno è costituito da bagolari e pini appartenenti a tutte le specie mediterranee, tra cui il pino domestico molto amato a partire dalla seconda metà del Settecento. Anche il lauro, pianta sacra al dio Apollo, simbolo di sapienza e gloria, è ampiamente diffuso in tutto il parco ed evoca paesaggi e giardini mediterranei. Specie di sviluppo maggiore e di grande effetto come i platani, originari del Mediterraneo orientale, i cedri e le più esotiche araucarie, introdotte definitivamente in Europa dopo il 1844, sono stati piantati a ridosso della villa. Altri elementi, che si distinguono per interesse e rarità, come l’antichissimo ginkgo, sono stati invece ben isolati, curandone il punto di vista privilegiato per favorirne l’osservazione. Il ricco sottobosco integra piante spontanee della nostra flora con essenze esotiche: così accanto al sambuco e al pungitopo, si trova la salsapariglie, un tappezzante sempreverde di origine tropicale, e la lantana, o viburno americano, dalle foglie verde scuro e i fiori gialli, che diventano rossi o bianchi con il tempo, o ancora l’aspidistra elatior, originaria delle foreste della Cina.
La Villa Floridiana faceva parte della più vasta tenuta che Ferdinando I di Borbone, re delle due Sicilie, donò alla moglie Lucia Migliaccio di Partanna, che ne fece la sua residenza estiva. Il complesso si estendeva per più di 18 ettari dalla collina del Vomero fino alla Riviera di Chiaia. Sul cancello d’ingresso lo stesso sovrano fece apporre la scritta a lettere dorate “La Floridiana”, in onore del titolo nobiliare della moglie, duchessa di Floridia. La villa venne realizzata dall’architetto Niccolini (1772-1850), allievo di Vanvitelli, tra il 1817 e il 1819 secondo il gusto neoclassico, a seguito della ristrutturazione di un edificio preesistente.
Il parco della Villa Floridiana è una scenografica alternanza di elementi geometrici e di soluzioni prospettiche. Nella fitta vegetazione del parco, accanto alle grotte già esistenti, furono inseriti altri pittoreschi elementi, come il grazioso Teatro all’aperto detto ‘della Verzura’ e il tempio ionico, bianco padiglione a pianta centrale posto al margine estremo del giardino a terrazza. Da un punto di visto paesistico, il bosco di lecci, pini, platani, cedri e cipressi è un’importante sopravvivenza della vegetazione che da secoli caratterizzava questo versante collinare, mentre il giardino all’inglese, impostato da Niccolini e ulteriormente arricchito dall’architetto Lamont Young (1851-1929), presenta elementi naturalistici e opere edilizie, che creano un suggestivo insieme pittoresco, atto a creare molteplici “sorprese” e punti di osservazione.
Dopo la morte della duchessa l’edificio e il parco subirono numerose trasformazioni da parte degli eredi fino al 1919, anno in cui la villa venne acquistata dallo Stato e destinata nel 1931 a sede museale. Oggi la villa ospita il Museo delle ceramiche Duca Di Martina che comprende seimila opere di manifattura occidentale e orientale, databili dal XII al XIX secolo.
nei Beni FAI tutto l'anno
Gratis