Agrigento Capitale italiana della Cultura 2025. L’intervista a Marco Magnifico

Agrigento Capitale italiana della Cultura 2025. L’intervista a Marco Magnifico

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Agrigento Capitale italiana della Cultura 2025. L’intervista a Marco Magnifico
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21 febbraio 2025

Agrigento quest’anno è la Capitale italiana della Cultura. Al Presidente del FAI Marco Magnifico non manca l’entusiasmo per questa nomina e la fiducia nella città: «Ora non possiamo che stupire: Agrigento ce la farà, è il momento di crederci».

«Ora non possiamo che stupire: Agrigento ce la farà, è il momento di crederci». Al Presidente del FAI Marco Magnifico non manca certo l’entusiasmo. Né tanto meno la fiducia nella città Capitale della cultura, all’indomani dell’accordo tra il FAI e il Parco Archeologico della Valle dei Templi che affida per altri 25 anni alla Fondazione la gestione e la valorizzazione del Giardino della Kolymbethra.

«Un uomo del Sud non capirà mai la gioia che prova un uomo del Nord quando arriva da queste parti».

Cos’altro fatica a capire un uomo del Sud?

«Che vive in una terra benedetta e unica, con qualità che altri luoghi non hanno. Una terra del genere dovrebbe unire tutti, soprattutto nel darle l’attenzione che merita. E invece, spesso, vi divide. È una cosa incomprensibile: è come farsi del male da soli».

Viste le polemiche di questi giorni su Agrigento Capitale della Cultura, crede che ci stiamo già facendo del male da soli?

«Vedo il bicchiere sempre mezzo pieno e per Agrigento è ora di riempirlo ancora di più. Sicuramente sono state ereditate dalla storia delle debolezze, delle deficienze, delle difficoltà che vanno molto indietro nel tempo. Ma adesso è il tempo della fiducia e della festa. Vede, le polemiche possono anche far bene».

Dice?

«Possono servire a stimolare l’orgoglio degli agrigentini e dei siciliani. Per far sì che si faccia meglio quello che si sarebbe dovuto fare prima o in modo migliore».

L’ottimismo non le manca.

«Ed è ora che lo abbiano anche gli agrigentini. Ne ho incontrati molti entusiasti per Agrigento Capitale della Cultura, ma anche sofferenti e profondamente umiliati da queste polemiche. D’altronde, li capisco. Anche io, come loro, ci puntavo su Agrigento Capitale 2025».

Oltre che puntarci, ha avuto un ruolo nella candidatura di Agrigento a capitale della Cultura?

«Il FAI ha appoggiato la candidatura e io mi sono speso personalmente, andando col sindaco di Agrigento al Ministero e dando una mano alla stesura del progetto del Museo della città che il sindaco ha promesso che sarà aperto quest’anno. Mi dica, quale città in Italia ha 2.500 anni di storia così prestigiosa? Non ne conosco altre».

Quest’anno il Giardino della Kolymbethra ci riserverà qualche sorpresa?

«A novembre inaugureremo le Case Montana, due piccole caselle piene di poesia dove abitava il contadino che abitava la Kolymbetra. Ci costeranno due milioni di euro, visto l’enorme lavoro di consolidamento statico, ma ne varrà la pena: racconteremo la storia agricola della Valle dei Templi».

Agrigento Capitale italiana
Agrigento Capitale italiana
Agrigento Capitale italiana

Cos’altro c’è in programma?

«Stiamo facendo degli scavi archeologici che ci stanno dando delle soddisfazioni gigantesche: abbiamo trovato quello che dovrebbe proprio essere il muro della diga. Miglioreremo molti servizi: una nuova biglietteria progettata da Mario Cucinella, nuovi servizi igienici a risparmio idrico che inaugureremo quest’anno».

Quanti visitatori vi aspettate?

«Centomila. Consideri che la media annuale è di ottantamila. La sfida del futuro sarà gestire l’overtourism, anche contingentando gli ingressi. Dobbiamo garantire a questo luogo di sopravvivere al successo».

Intervista di Irene Carmina

Articolo apparso su “la Repubblica – Ed. Palermo” il 18 gennaio 2025

Per gentile concessione di “la Repubblica”

© Riproduzione Riservata

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