10 maggio 2024
Le Case Montana, gli edifici rurali che ospitavano i mezzadri che coltivavano il Giardino della Kolymbethra nella Valle dei Templi di Agrigento, sorgono su un altopiano costituito da una roccia per sua natura altamente friabile. Rendere sicura questa parete è fondamentale sia per garantire l’accessibilità in sicurezza al Giardino sia per dare solide basi alle Case, le cui prime opere di messa in sicurezza, propedeutiche al cantiere di restauro e adeguamento funzionale, sono in corso.
Nell’autunno 2023, grazie ai fondi raccolti con l’Artbonus, si sono conclusi i primi lavori di consolidamento della parete: operai rocciatori specializzati, coordinati da ingegneri strutturisti, geologi, architetti, archeologi e agronomi, si sono impegnati nella pulizia del costone dalla vegetazione infestante e nel disgaggio (ovvero la rimozione) delle porzioni in pericolo di caduta. La parete è stata consolidata con l’inserimento puntuale di lunghe barre in acciaio, inserite nella profondità della roccia.
Il cantiere ha portato a scoperte archeologiche inaspettate: alla base del costone, infatti, coperta da uno spesso strato di terra e vegetazione, era una cavità ipogea che, al momento, risulta visibile solo parzialmente per circa 50 centimetri in altezza e 150 in larghezza. L'ipogeo, quasi completamente interrato, è stato esplorato da archeologi specializzati per restituire la prima documentazione grafica e fotografica e risulta scavato nella roccia, con uno sviluppo complessivo di circa 11 metri. In accordo con il Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi (che ha in capo la direzione scientifica del progetto), valutata l’entità del rinvenimento, si è deciso di procedere con uno scavo archeologico stratigrafico che avverrà nel mese di ottobre 2024, quando avranno luogo le prime ricerche archeologiche sistematiche nell’area del Giardino, grazie a un accordo quadro siglato tra la Fondazione, il Parco della Valle dei Templi e l’Università degli Studi di Milano, che materialmente eseguirà i lavori.
Messa in sicurezza la parete, si è iniziato a lavorare sulle strutture delle Case. I sostegni in legno – costruiti nel 2019 per evitare crolli e conservare integra la consistenza dei manufatti – sono stati smontati e sostituiti da cinghie, che “abbracciano” le murature e contrastano possibili movimenti di ribaltamento o spanciamenti. Tutti gli elementi o le parti maggiormente instabili degli edifici sono stati smontati o rimossi: dai tetti in cotto alle murature pericolanti, dagli impalcati lignei in pericolo di crollo alle piastrelle storiche di pavimentazione degli ambienti, rilevate e cautamente rimosse per poter essere poi riutilizzate durante i lavori.
Grazie a tutti questi interventi è possibile realizzare in sicurezza le indagini conoscitive sui materiali – come gli intonaci o le malte –, sulle strutture e sul loro stato di conservazione, primo fondamentale passo propedeutico a ogni intervento di restauro. I risultati di queste indagini consentiranno di definire con precisione gli interventi da eseguire, per recuperare quanta più materiale storico possibile e in modo da poter integrare nel migliore dei modi le nuove funzioni che le Case dovranno ospitare.
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