Villa Manzoni, la casa dove Alessandro Manzoni ha trascorso la sua infanzia e giovinezza.
Il luogo in cui, ispirato dalla vista del Resegone e dai “monti sorgenti” che facevano da cornice al paesaggio, dal suono delle acque del fiume Adda e del lago di Como, dai colori di quel territorio, ha preso vita il progetto del più importante romanzo storico della nostra cultura, “I Promessi Sposi”.
“Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti, tutto a seni e a golfi, a seconda dello sporgere e del rientrare di quelli, vien, quasi a un tratto, a ristringersi, e a prender corso e figura di fiume, tra un promontorio a destra, e un'ampia costiera dall'altra parte”.
Quale luogo può essere più rappresentativo di questa fase che il nostro Paese sta vivendo?
Dopo settimane di quarantena, costretti da una malattia che ha messo in discussione abitudini, relazioni e valori, che spesso ha rievocato descrizioni manzoniane, timidamente e gradualmente, torneremo a riaprire le porte delle nostre case e a vivere gli spazi di un Paese lasciato deserto per più di due mesi.
La villa presenta una struttura tipicamente neoclassica e si sviluppa intorno a un cortile porticato. Sul lato destro si trova il parco, molto più piccolo dell’originale che si estendeva quasi fino al lago (in cui oltre alla vite venivano coltivati i gelsi per l’allevamento dei bachi da seta, tipica attività del territorio lecchese nell’ ‘800 e dove il Manzoni ha probabilmente coltivato la sua passione per le specie arboree rare ed esotiche).
Attraverso il cortile si accede alla Cappella dell’Assunta, dove è sepolto il padre dello scrittore, Pietro Manzoni.
Nel 1940 Villa Manzoni è stata dichiarata da Re Vittorio Emanuele III monumento nazionale.
Nell’ottobre 2019, al termine di una prima parte di lavori di ristrutturazione, è stato inaugurato il Museo Manzoniano, un’immersione nella vita dello scrittore tra mobili originali, manoscritti, quadri e oggetti personali che portano il visitatore in un’epoca lontana ma mai così vicina.
Le stanze dei piani superiori ospitano la galleria d’arte (con oltre 400 dipinti e 2000 incisioni) oltre alla Biblioteca specializzata, la Sezione Separata d’Archivio e la Fototeca accessibili solo su richiesta.
Un luogo dove la creatività ha portato ad una delle eredità culturali più importanti che l’Italia possa vantare; un luogo simbolo di sperimentazione quella che dovrà accompagnarci nei prossimi mesi.
Quello che ci aspetta sarà un periodo difficile per il turismo e per i nostri monumenti.
Ma sarà anche l’occasione per dedicare loro un’attenzione particolare, un impegno condiviso e la voglia di contribuire per restituirli alla collettività non appena potranno tornare ad ospitarci e ad ispirarci.
Proprio come scriveva Manzoni:
“Si dovrebbe pensare più a fare bene che a star bene: e così si finirebbe anche a star meglio.”