In un documento conservato in archivio e intitolato "Notizie del Convento di Sant'Angelo in Monte in Città della Pieve dei Minori Osservanti" troviamo la storia della fondazione del Convento.
Nel 1511 nella città di San Miniato al Tedesco morì Bandino Bandini, capitano di ventura di Città della Pieve. Egli ordinò che il proprio cadavere fosse sepolto, con l'abito dei Frati minori Osservanti, nel Convento di Santa Croce di Pisa e lasciò un legato per la costruzione del Convento di Città della Pieve che, nel 1512, fu accettato dai frati di Toscana nel Capitolo della Verna.
I lavori, iniziati nel 1512, furono condotti a termine nel 1516 e, presumibilmente, nel 1521 i frati ne presero possesso.
Nel 1560 al capitolo di Sinalunga venne eletto ministro provinciale padre Cristoforo da Città della Pieve ed egli fece sì che il Convento della sua città natale passasse, nell'anno 1562, alla Provincia Serafica di Assisi.
Dal verbale della Sacra visita canonica del 1723 apprendiamo che il Convento era situato fuori dalla città e che, a quel tempo, la famiglia era composta da sedici religiosi.
A seguito dell'invasione francese, con decreto del 10 giugno 1810, i religiosi furono espulsi, il Convento demaniato e messo all'asta e, successivamente, affittato e lasciato in abbandono.
Il 29 settembre 1815 padre Bentivoglio Ferrari lo riaprì, dopo che erano fallite le pratiche per cederlo ai Passionisti.
Il 23 marzo 1864 i religiosi furono definitivamente espulsi ed il convento inglobato nel cimitero della città.
Conduce alla chiesa e all'antico monastero una ripida salita decorata da nicchie, ormai in parte crollate, che un tempo custodivano decorazioni con le tappe della via crucis, la chiesa costruita in periodo gotico e completamente riallestita nel diciassettesimo secolo con ricchi apparati di stucchi, all'interno notevoli tavole, in parte trasferite per motivi di sicurezza, la chiesa è oggi in cattive condizioni sebbene Diocesi e Amministrazione Comunale abbiano già predisposto interventi di tutela.