La Napoli - Portici, poi prolungata fino a Torre Annunziata e Castellammare di Stabia, è, in assoluto, la prima ferrovia italiana. L'inaugurazione del primo tratto avvenne il 3 ottobre 1839 ed il percorso inaugurale di prova fino al Granatello di Portici fu percorso in 9 minuti e 1/2.
Un vero e proprio primato per il Regno delle Due Sicilie e per il suo re Ferdinando II, che volle fortemente l'opera che, nelle intenzioni originarie, avrebbe dovuto successivamente collegare la capitale con Brindisi e, con una seconda tratta, collegare Pescara e Foggia.
Fu tale la curiosità dei napoletani misto ad orgoglio che nei primi due mesi di esercizio la ferrovia, nonostante avesse un solo binario, registrò un movimento di 130 mila viaggiatori.
La stazione di Portici, come detto, sorgeva in prossimità della spiaggia del Granatello lì dovevi era il porto e tutt'intorno alla stazione si aprirono numerose trattori per soddisfare l'appetito dei gitanti provenienti da Napoli. La più famosa di queste trattorie apparteneva ad un tale detto Peppe 'o Fuosso, che salì agli onori della cronaca perché in realtà l'attività serviva per coprire il contrabbando che il titolare svolgeva profittando del fatto che la sua taverna era adiacente e comunicante con il palazzo del direttore dei Dazi indiretti.
Il 7 settembre del 1860 accadde un altro episodio eccezionale. Proveniente da Salerno giungeva a Napoli Giuseppe Garibaldi percorrendo l'ultimo tratto sulla ferrovia Napoli-Portici.
Alla caduta dei Borbone e dopo alcuni anni di abbandono la vecchia stazione Bayard, pur restando nella proprietà delle Ferrovie dello Stato, cambiò destinazione d'uso e fu assegnata al Dopolavoro Ferroviario che nella sede napoletana volle realizzare un Teatro che chiamò Italia.
La candidatura a I luoghi del Cuore nasce come ulteriore tentativo della Associazione Informazione Giovani Europa per evitare di perderne la memoria.
Già oggi, se chiedete in giro, nessuno sa dirvi che quel rudere sbarrato di Corso Garibaldi, tutto tufo e vegetazione selvatica, posto tra la Circumvesuviana e la sede della 2 Municipalità del Comune di Napoli, è la Stazione Bayard.
Da anni l'A.I.G.E. porta avanti un progetto di restauro firmato dal compianto architetto Aldo Loris Rossi che prevede la riemersione della vecchia stazione e l'insediamento del Museo delle Comunicazioni Viarie e un centro di informazioni turistiche.
Allo stato solo una parte del vecchio edificio è stato recuperato ed utilizzato, fino a qualche giorno fa, per ospitare uffici comunali e per questo si presenta in un buono stato di conservazione. Lo stesso non si può dire del vecchio edificio destinato ai viaggiatori che è ancora in piedi ma minacciato dagli alberi che ne stanno sgretolando le mura. Resistono pilastri portanti con la rivestitura di mattoncini di cotto.
Secondo il progetto la stazione dovrebbe essere collegata alla Circumvesuviana mediante una sorta d'ingresso d'onore rappresentando, di fatto, la porta d'accesso all'area archeologica di Ercolano e di Pompei.
Sulla testata dei binari potrebbero essere collocate alcune locomotive e carrozze d'epoca come quelle che sono attualmente esposte al Museo Ferroviario di Pietrarsa.
L'opera cambierebbe completamente tutta la prospettiva di questa importante zona di Napoli, attualmente immersa nel più profondo degrado, ricca di testimonianze storico-artistiche che hanno caratterizzato otto secoli di storia con avvenimenti che hanno avuto un eco che ha travalicato i confini del nostro paese.
Basti pensare alla vicenda di Corradino di Svevia, decapitato in piazza Mercato, alla rivolta di Masaniello, alla rivoluzione del '99 ed alla controrivoluzione guidata dal Cardinale Ruffo, che pure tanti morti ed esecuzioni ebbero come teatro la solita Piazza Mercato