In caso di particolare affluenza l’ingresso al luogo potrebbe non essere garantito.
Situata a est dei quartieri storici di Marina e Castello, l'area si trova nel quartiere di Villanova, a poca distanza dal porto. Il sito è venuto alla luce nel 1996-1997 durante i lavori per la costruzione di un edificio privato e lo Stato ha esercitato il diritto di prelazione allo scopo di restituirlo alla collettività.
Il sito, pur marginale rispetto al centro, offre un quadro esauriente della storia e dell'evoluzione della città attraverso i secoli: fin dall'età punica era presente una zona destinata prevalentemente ad uso funerario, ma anche, in seguito, ad attività costruttive (età repubblicana), e di nuovo a sepolture, fino alla edificazione di un edificio, in età tardo antica e alto medievale con una tecnica costruttiva a telaio. La zona presenta tracce di un incendio e in seguito la zona venne adibita a discarica (Su montonargiu) e forse all'impianto di concerie. Successivamente l'area venne abbandonata fino alla costruzione, nel 1800, della Manifattura dei Tabacchi.
Le indagini di scavo effettuate dalla Soprintendenza Archeologica negli anni 1996-1997 hanno portato alla luce una forte stratificazione del sito. La sua base è un piccolo insediamento di età tardorepubblicana, che ospita un lembo della vasta necropoli orientale della Karales imperiale, distrutto intorno alla fine del V secolo, per fare posto a un edificio, costruito mediante l'impiego di materiali lapidei strappati alle preesistenti sepolture: infatti, le murature inglobano cippi con iscrizioni funerarie, un sarcofago e un concio litico con la cavità idonea a ricevere i resti di un incinerato. La costruzione è stata poi trasformata e ha subito un lungo periodo di abbandono, durante il quale l'area è stata utilizzata come discarica e luogo di attività marginali, i cui materiali residuali, sia pure indirettamente, registrano diversi momenti della storia urbana a partire dall'XI sec. d.C., sino all'abbattimento delle fortificazioni, nella seconda metà dell'Ottocento.
L'area è poco conosciuta dai cagliaritani e non ancora aperta al pubblico (finora è stato visitato una sola volta, nel 2011). Compito della Soprintendenza, e ora del FAI, è custodirla, valorizzarla e farla conoscere a un numero sempre maggiore di cagliaritani e turisti. Per poter accedere al sito sarà necessario indossare un abbigliamento e calzature comodi. Non è possibile l'accesso alla parte bassa del sito per persone con difficoltà motorie.
Delegazione FAI di Cagliari