Il “Sentiero del Brigante”
Inserito nell’Atlante Digitale dei Cammini d’Italia del MIBACT, Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, il “Sentiero del Brigante” è un Cammino che si sviluppa per circa 130 km tra il Parco Nazionale dell’Aspromonte e il Parco Naturale Regionale delle Serre.
Ha inizio a Gambarie, località turistica in Aspromonte, e si sviluppa lungo la linea di crinale fino alle Serre Calabre. Alla Ferdinandea, già casa di caccia di Ferdinando II di Borbone, il sentiero si biforca per consentire all’escursionista di concludere il suo cammino a Stilo, citta Medioevale, patria di Tommaso Campanella, o a Serra San Bruno, centro montano famoso per la Certosa fondata da Brunone di Colonia.
La denominazione del sentiero, voluta dal GEA-Gruppo Escursionisti d’Aspromonte, è chiaramente evocativa, e lo diviene maggiormente se si approfondiscono le vicende che hanno caratterizzato la storia dell’estrema montagna meridionale.
Lungo il cammino si susseguono designazioni toponomastiche che richiamano storie di ribelli e briganti. Anche i racconti, le leggende e i documenti d’archivio tramandano gesta di briganti, personaggi controversi, talvolta temuti, altre volte protetti, considerati eroi, giustizieri, raramente criminali.
A partire dallo schiavo ribelle Spartaco, che tentò di risalire la penisola per conquistare Roma, altri fuorilegge, più o meno noti, definiti briganti, hanno trovato rifugio, appoggi e vie di fuga tra l’Aspromonte e le Serre. Il più celebre è il leggendario Nino Martino. Con la sua banda soggiornò a lungo in Aspromonte durante la seconda metà del secolo XVI. Soprannominato Cacciadiavoli, terrore della “infanteria y cavalleria” spagnole, fu violento e feroce, anche se generoso con i deboli secondo la leggenda.
C’è poi la banda Mittica di Platì. Con il generale Borjès tentò di ripristinare il Regno Borbonico e, dopo il fallito attacco a Platì, si rifugiò nei pressi dello Zomaro.
Il sanguinario Bizzarro, accompagnato sempre da feroci cani, per non essere scoperto dagli inseguitori uccise atrocemente il figlio neonato, concepito dalla compagna che lo seguiva nelle avventure.
Il brigante Sonnino, vendicatore di torti subiti, risaliva fino ai boschi delle Serre per sottrarsi alla caccia della gendarmeria.
Giuseppe Musolino, conosciuto come “U' re i l'Asprumunti”, è stato l’ultimo dei briganti.
Caratteristiche e tappe
Dotato di segnavia di colore rosso-bianco-rosso in entrambe le direzioni di marcia, il Cammino è stato recuperato fisicamente e culturalmente alla fine degli anni ’80 del secolo scorso.
Collega e mette in relazione, restituendo continuità e armonia al paesaggio rurale e montano attraversato, aree di grande interesse naturalistico, insediamenti rurali, centri abitati, foreste, emergenze architettoniche e archeologiche, dimore nobiliari, strutture fortificate.
Indicativamente si consiglia di suddividere il percorso in sette tappe, anche se è possibile suddividerlo in nove tappe, tante quanto sono le strutture d’accoglienza che garantiscono il vitto e l’alloggio lungo il cammino. Saranno dunque gli stessi escursionisti a pianificare il viaggio, tenendo conto delle proprie esigenze e avendo presenti le capacità di accoglienza del territorio.
Il tracciato non presenta particolari difficoltà e si sviluppa lungo sentieri, tratturi e strade forestali. Pochi sono i tratti asfaltati, tutti in prossimità di piccoli centri abitati.
Il “Sentiero del Brigante” può essere percorso a piedi, in mountain bike o a cavallo (con opportune varianti). Molti dei suoi tratti sono particolarmente indicati per le attività didattiche delle scolaresche. Al sentiero si accede da più punti, non è pertanto necessario recarsi a Gambarie, Serra San Bruno o Stilo per percorrerne un solo tratto. Per questi motivi è consigliato per un’esperienza giornaliera, una passeggiata tra i boschi, un’escursione organizzata, un trekking di più tappe.