Alla fine di via Pretoriana si sviluppa via Tito Betuzio Barro, dedicata al famoso oratore romano, difensore dei diritti dei Piceni celebrato da Cicerone. Tre palazzi si affrontano sulla via, due sul lato sinistro (nn.11 e 13) e uno di fronte (n.14). Tutti e tre sono stati probabilmente costruiti dalla nobile famiglia Dal Monte o Dalmonte che, successivamente alla costruzione duecentesca degli edifici, si fuse con l’altra nobile famiglia ascolana degli Sgariglia, come testimoniato dagli stemmi presenti sulle facciate. Al n.11 si accede tramite portale settecentesco in bugnato alternato a cuscino e a punta di diamante. Dopo un grande corridoio con volte a crociera, si apre un cortile su due livelli, uniti da scale lastricate in travertino nel ‘500, affacciato sugli orti medievali. Da un angolo del cortile si entra nello spazio affascinante della scalea settecentesca che conduce ai due piani superiori con quattro rampe lastricate di travertino costituite di 22 gradini ciascuna, bassi e dall’ampia pedata, e balaustra in gessone ascolano disegnata da un Giosafatti, Lazzaro o Lorenzo. I pianerottoli si presentano lavorati in graniglia veneziana in delicatissimi colori tra il bianco bordato di nero e il rosa. Tutta la struttura è sostenuta da un ampio colonnato che richiama lo stile dorico in forme barocche alternato a pilastri a base rettangolare. Gli altissimi soffitti sono a lacunari rettangolari di diversa dimensione.