Lagune costiere, saline artificiali e steppe salate mediterranee: sono molteplici gli habitat che si alternano in questi 1000 ettari tutelati dalla Riserva Naturale delle Saline di Trapani e Paceco, gestita dal WWF. Il territorio lagunare è il più grande della Sicilia: si caratterizza da acque basse (tra 50 cm e i 2 m) e dalla presenza di una grande diversità biologica, dal livello microscopico dei batteri a quello ittico e all’avifauna.
Appartenente alla Riserva, l’area umida a Nord di Marsala prende il nome di “Stagnone”. In epoca fenicia, era un luogo importante per la presenza di Mozia, influente e sicuro centro commerciale per gli scambi tra Oriente e Occidente. Tornò ad avere una funzione di rilievo ai tempi della dominazione spagnola, nel XV secolo, quando furono sviluppate le saline.
Sin dai tempi antichi, una speciale combinazione di sole, correnti marine e vento crea un sale pregiatissimo. L'acqua lagunare, incanalata in speciali bacini, evapora: rimane il sale che viene raccolto e fatto essiccare coperto da tegole in cotto. Il pompaggio dell'acqua tra i bacini e la macinazione del sale venivano svolte per mezzo di mulini a vento, alcuni dei quali restaurati.
Da quasi cinquant’anni, per una serie di azioni dell’uomo, la laguna ha un serio problema di circolazione delle acque che sta portando a una pericolosa eutrofizzazione, per l’eccessivo apporto di sostanze nutritive e il conseguente impoverimento di ossigeno. Tale situazione potrebbe essere migliorata con la riapertura del canale artificiale, ma un intrico di competenze tra enti diversi la impedisce.
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