Inizio ‘900: nel cuore della Belle Époque un finanziere residente a Parigi intuisce le potenzialità del Monte di Portofino nella nascente industria del turismo. E’ Sebastiano Gaggini, che vanta tra i suoi antenati alcuni famosi scultori di marmo; originario del Canton Ticino, il suo modello è l’hotel Rigi Kulm sul lago dei Quattro Cantoni.
E’ così che nasce il Portofino Kulm, in una posizione da favola che domina da un lato Camogli e il golfo Paradiso, dall’altro Santa Margherita e il Tigullio. Ospiterà la Regina Madre Margherita di Savoia, Guglielmo Marconi, Giacomo Puccini e facoltosi clienti dell’aristocrazia nazionale e internazionale. Gabriele D’Annunzio tradurrà il “barbarico” Kulm nell'”italico” Vetta.
In quegli anni la “Vetta” di Portofino era la nuova scoperta mondiale: qui arrivarono anche Nietsche (ospitato alla Ruta), e in seguito Rosa Luxemburg e molti esuli russi.
A conferma della lungimiranza di Gaggini occorre rilevare che per prima cosa realizzò la strada di collegamento con Ruta, quando ancora le automobili erano una rarità (la prima vettura prodotta in grande serie, la mitica Ford Modello T, uscirà dallo stabilimento alcuni anni più tardi, nel 1908).
Abbandonato e recuperato nel corso degli anni, con continui passaggi di proprietà, è chiuso dal 2013.