L'idroscalo di Augusta è stato uno scalo per dirigibili e poi per idrovolanti sito ad Augusta. L'hangar dirigibili fu costruito in cemento armato per opera della Regia Marina tra il 1917 e il 1920, nel contesto della prima guerra mondiale, e rappresenta un'opera ingegneristica di valore storico e tecnico.
La base, dismessa nel 1991, è compresa oggi in un parco che ospita l'hangar, una collina di eucalipti di quasi 30 ettari, si trova sulla Strada Provinciale ex 193.
La progettazione fu affidata allo studio brindisino dell'ingegnere Antonio Garboli di Milano, un pioniere delle strutture in cemento armato. Difatti la struttura rappresenta un lavoro di ingegneria avveniristico per i primi anni del XX secolo. La costruzione, intesa a difendere, nel contesto della prima guerra mondiale, la cosiddetta rada megarese dall'azione dei sommergibili U-Boot, fu iniziata nel novembre del 1917 e terminata tre anni dopo, a guerra ormai da tempo finita. Durante gli ultimi mesi della prima guerra mondiale l'aeroscalo fu alle dipendenze del 3º Gruppo dirigibili di Messina.
L'aeroscalo di Augusta della Regia Marina, dopo la guerra, ospitò comunque dirigibili utilizzati per fini di addestramento e ricognizione, e ciò fino al 1925, quando l'area venne convertita in idroscalo. In particolare due dirigibili, ambedue progettati da Umberto Nobile.
Nel 1925 fu realizzato l'idroscalo, che era stato preso in carico dalla Regia Aeronautica, riadattando l'hangar dirigibili e costruendovi a fianco due hangar metallici. Inaugurato il 28 marzo 1926, lo specchio d'acqua antistante fu utilizzato per il decollo e l'ammaraggio degli idrovolanti. Il Regio idroscalo di Augusta fu titolato a Luigi Spagnolo, tenete pilota e medaglia d'argento al valor militare alla memoria. Vi fu di stanza la 184ª squadriglia idrovolanti, con aerei Savoia-Marchetti S.59 e S.59bis.
Durante la seconda guerra mondiale, nel maggio 1943 la città di Augusta e la zona dell'idroscalo vennero bombardati da raid degli Alleati. Dopo lo sbarco alleato in Sicilia del luglio 1943, lo scalo divenne la sede della Royal Air Force, fino al 1946.[3]. Da quella data fino al 1950 fu utilizzato dalla società inglese "BOAC" come scalo civile, al centro delle rotte transoceaniche dall'Inghilterra all'Australia.
Dopo essere stata per alcuni anni inutilizzata, la base ospitò dal 1º agosto 1956 il 1º Gruppo elicotteri dell'Aviazione Navale, trasferito nel 1959 presso l'aeroporto di Catania-Fontanarossa, e una sezione aerea della Guardia di Finanza, fino al 1991, quando fu trasferita a Catania.
La struttura rimase poi in stato di abbandono, per effetto di una inefficace gestione condivisa tra Marina Militare, Guardia di Finanza e Demanio.
Il 24 dicembre 1987 l'Assessorato della Regione Siciliana per i Beni Culturali dichiara l'hangar per dirigibili "opera di alto interesse storico-monumentale per l'eccezionalità delle caratteristiche costruttive che lo contraddistinguono.... prezioso esempio di architettura.... e valida testimonianza sullo stato dell'arte delle grandi costruzioni in cemento armato dell'inizio del secolo".
Il Comune di Augusta, ritenendo di non dover continuare nella gestione del sito, nel settembre 2016 lo ha riconsegnato al Demanio. Dal 2013 il sito è chiuso alla pubblica fruizione e dal 25 marzo 2016, con ordinanza del Sindaco, tutta l'area del Parco dell'Hangar viene interdetta per motivi di sicurezza.