Il Monte Pisano, noto anche con la forma plurale “Monti Pisani”, è un sistema montuoso la cui vetta più alta è il Monte Serra di 917 m. Trovandosi al confine tra le province di Pisa e Lucca, rientra in due aree naturali protette di interesse locale (ANPIL), istituite per tutelarne i valori ambientali ma anche storici. Sono presenti numerosi borghi e fortificazioni medievali, tra cui il borgo di Vicopisano, la Rocca della Verruca, il borgo di Ripafratta e di Corliano, nonché l'abbazia di S. Maria di Mirteto ad Asciano, il santuario di Santa Maria in Castello a Vecchiano, l'acquedotto mediceo (da Asciano a Pisa) e i resti dell'Acquedotto romano di Caldaccoli. Sin dai tempi antichi, i Monti Pisani sono stati sfruttati soprattutto per l'estrazione di pietra (tra cui quelle usate per il Duomo di Pisa), per la produzione olearia e per la raccolta di castagne.
Il 24 settembre 2018 un terribile incendio, quasi certamente doloso, alimentato da un forte vento, ha mandato in fumo circa 1.200 ettari di bosco e oliveti, distruggendo 12 abitazioni e arrivando a lambire paurosamente la Certosa di Calci, seconda classificata al censimento “I Luoghi del Cuore” del 2014. L’area colpita dal disastro ha interessato in particolare il territorio dei Comuni di Calci e di Vicopisano.
I primi stanziamenti - 1,8 milioni di euro dalla Regione Toscana, circa 100.000 euro dal Consorzio di Bonifica del Basso Valdarno e 51.000 euro dal Comune di Calci - hanno permesso le operazioni di spegnimento, di messa in sicurezza dei versanti e lo smaltimento dei rifiuti bruciati. I danni stimati ammontano però a 15 milioni di euro e saranno necessari decenni per ottenere una piena rinaturalizzazione della zona.
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