
In caso di particolare affluenza l’ingresso al luogo potrebbe non essere garantito.
Seguendo la vecchia strada sulla scarpata che, verso ovest, dal quartiere Civitanova scende su quello che era il Piano della Selva, si incontra la Fonte monumentale di Civitanova, detta anche Fonte Grande, che con le sue acque perenni ha accolto fino ai primi anni sessanta del 900 i canti e i racconti delle lavandaie e rifornisce tuttora una rete di peschiere e canali che provvedono ad irrigare gli orti predisposti su sapienti terrazzamenti.
La conformazione geologica del colle su cui sorge il quartiere Civitanova permette alle acque piovane e da sorgente di riversarsi a valle verso il Piano della Selva per poi defluire nel torrente Feltrino. Da oltre due secoli l'economia di questa zona si basa sulla coltura di prodotti ortofrutticoli che fiorisce grazie all'uso sapiente delle acque e dei terreni. La fonte monumentale di Civitanova, così come la vediamo oggi, è frutto di una ricostruzione del 1825 su disegno di Nicola De Arcangelis, ma se ne hanno notizie fin dal Basso Medioevo periodo di formazione del quartiere omonimo. In zona una piccola cappella votiva, meta di pellegrinaggi e devozione è dedicata alla Madonna della Salette.
Sotto lo sguardo protettivo della Maiella ad ovest e la città ad est ,il territorio di Sant'Egidio, culla della cultura ortofrutticola della zona, offre agli occhi sorpresi dell'attento passante uno scenario sorprendente: decine e decine di piccole piscine, le peschiere di cui questo territorio va fiero, altrettanti canali con snodi e diramazioni che portano l'acqua negli orti in modo capillare, sapienti terrazzamenti che declinano verso la Fonte, e l'acqua, la vera ricchezza che lì ancora continua a scorrere imperturbabile ricordandoci con i suoi bagliori e la sua voce cristallina che è da lì che nasce la vita, quasi a voler esorcizzare l'inevitabile abbandono da parte delle nuove generazioni.
Durante le Giornate FAI avrete l'opportunità di fare un viaggio nel tempo, alla scoperta di un angolo di storia e tradizione legato all'acqua e alla terra. Il percorso partirà dal quartiere di Civitanova, per poi scendere lungo l'antico viottolo che, fino agli anni ‘60, veniva percorso ogni giorno dalle lavandaie dirette alla Fonte Grande. Questa maestosa fonte, con le sue ventiquattro postazioni lavatoio, era un punto fondamentale per la vita della comunità e un luogo di incontro per generazioni di donne. Ma l'acqua non era solo un bene prezioso per il bucato: qui, nel cuore di una zona ricca di sorgenti, gli ortolani avevano sviluppato un ingegnoso sistema di terrazzamenti e irrigazione, utilizzando canali in laterizio e peschiere a caduta per distribuire l'acqua in modo equo e razionale. Passeggiando tra gli orti, ancora oggi coltivati con passione, potrete scoprire le antiche tecniche agricole e ascoltare i racconti di chi continua a lavorare questa terra con rispetto e dedizione. Il cammino proseguirà poi verso la Cappella della Madonna della Salette, un luogo di culto e pellegrinaggio da quasi due secoli, carico di storia e spiritualità.
Volontari FAI, studentesse Giorgia Melizzi, Maria Elena Venturi - corso di laurea in Scienze dell'Habitat Sostenibile, Università "G.D'Annunzio" Chieti-Pescara.
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