LA ROCCA DI CEFALÙ

CEFALÙ, PALERMO

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LA ROCCA DI CEFALÙ
La Rocca di Cefalù è un promontorio di 268 metri di altezza s.l.m. che sembra cingere in un amorevole abbraccio la meravigliosa cittadina. Ha la forma perfetta del guscio di una lumaca che ha le sue antenne nei torrioni della Basilica Cattedrale, voluta da Re Ruggero, e il suo corpo nel compatto tessuto urbano che si estende fino al mare azzurro. Di natura calcarea,sovrasta maestosamente Cefalù e tutto il paesaggio intorno. Dai suoi abitanti viene chiamata "u castieddu", per via dei resti, appunto, di un castello di origine medievale, risalenti al XIII - XIV secolo, situato sulla parte più alta, che si mostra come un'imponente torre proiettata verso il cielo. La parte inferiore occidentale è caratterizzata dalla presenza di mulini e condutture forzate che raccoglievano e sfruttavano l'acqua che scendeva da quel versante. Della parte alta della Rocca colpiscono immediatamente le merlature, costruzioni del periodo bizantino,ultimate nella parte più recente, intorno al XV secolo. Le più antiche testimonianze di vita umana sulla Rocca sono state individuate in due grotte, situate nel versante orientale, chiamate rispettivamente delle "Giumente" e delle "Colombe", però non facilmente accessibili. Intorno al IX secolo a.C. si fa risalire l'impianto della cisterna, che costituisce il fulcro dell'edificio megalitico, situato a mezza costa nell'altipiano interno, noto come Tempio di Diana. La presenza di numerose cisterne, una serie di forni, edifici domestici, casermette, chiesette e i resti delle mura merlate testimoniano, sicuramente dopo la caduta dell' Impero Romano d'Occidente, insediamenti più sistematici di tipo urbano. Nella parte volta a nord delle mura, affacciate a precipizio immediatamente sopra il Duomo di Cefalù e sopra tutto l'abitato è stata eretta una croce in metallo alta diversi metri che di notte si illumina a dominare il panorama. L’accesso principale alla Rocca è costituito da un canalone che si apre sul versante ovest. Lì c'è la porta, nascosta da un muraglione che impedisce di scorgerla da lontano e, dopo averla oltrepassata, si procede inerpicandosi per il sentiero, per lo più in terra battuta, tra una vegetazione variegata con cespugli di cappero, fichi d'india, pini, bocche di leone, olivastro e tanti altri tipi di erbacee ed i suggestivi paesaggi mozzafiato che, via via, si presentano man mano che si sale.
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