La Palude di Torre Flavia, la cui storia ha origini remote con i primi insediamenti nel Pleistocene, è una zona umida di grande importanza per la tutela dell’avifauna migratoria e per la conservazione di una delle rare tracce di quello che un tempo fu l’ambiente costiero laziale. La Palude, delimitata da un sistema di dune sabbiose che la separa dalla spiaggia, deriva il suo nome dalla presenza di una torre cinquecentesca eretta, sui resti di una preesistente costruzione romana, dal cardinale Flavio Orsini per ordine di papa Leone X, nell'ambito del sistema difensivo dello Stato Pontificio. Non è solo un luogo fisico, bensì metafisico, concettuale e spirituale, locale e globale, formato da piscine, stagni e canali inframmezzati da lingue di terra coperte da un fitto cannucceto e foreste di pianura, popolato da una straordinaria ricchezza faunistica a rischio estinzione e specie vegetazionali di notevole pregio ambientale, nonché emergenze archeologiche a narrare la grandiosità dei popoli antichi che l'hanno attraversata. i suoi appena 48 ettari rimasti estesi lungo la costa tra Cerveteri e Ladispoli, è oggi questo un sito da tutelare e valorizzare, inserito nella rete dei siti LTER (Long Term Ecological Research), un vero laboratorio all’aperto dove vengono sperimentate ricerche e strategie specifiche mirate alla conservazione della biodiversità assieme a nuove modalità di progettare sostenibile dall'incontro tra Ecologia, valorizzazione e tutela del territorio. Una Riserva Sociale oltreché Naturale, nella quale si attuano processi di comunità con enti, studenti, ricercatori, istituzioni, scienziati, artisti, birdwatcher, balneari che agiscono ed interagiscono con il territorio circostante nei diversi contesti, ampliando i confini dell'azione oltre la connotazione meramente geografica e consentono la nascita di nuove forme di cooperazione e linguaggi di comunicazione capaci di trasformare un problema o una mancanza in percorso di dialogo, scambio e confronto. Un Luogo del Cuore che unisce e crea reti trasversali ed inclusive mediante rapporti di interconnessione e reciprocità, da proteggere come memoria naturale e storica.
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