Il golfo di Napoli, il «golfo» per antonomasia, suscita con la sua semplice enunciazione un caleidoscopio di immagini scintillanti varie, vive, nitide e spesso contrastanti ma accomunate tutte da un sentimento diffuso e profondo di intensa partecipazione emotiva, che assume sempre più i connotati di uno struggente lirismo.
Qui il paesaggio naturale, che pure reca da millenni l'impronta tenace ed indelebile della presenza dell'uomo, rivela aspetti primordiali che ancor oggi suscitano stupore ed incredulità.
Se da un lato le ineguagliabili suggestioni dell'ambiente mediterraneo destano da sempre l'ammirata contemplazione dei turisti e dei visitatori provenienti da ogni parte del Mondo, dall'altro la natura vulcanica del golfo partenopeo, l'instabilità dei suoli della grande metropoli del Mezzogiorno, gli inquietanti interrogativi della regione flegrea per non parlare di «lui», l'oscuro signore del golfo che sotto le mentite spoglie di una serena e tranquilla montagna governa in realtà le sorti di un ben più vasto territorio fortemente popolato non possono che far riflettere quanti abbiano veramente a cuore la salvaguardia e la conservazione di uno degli angoli più belli di quest'Italia meravigliosa.
«Campania Felix» la definì Orazio, uno tra i più famosi autori classici della latinità: Campania «fortunata» e «fertile», sin dai tempi più antichi, per la straordinaria fertilità dei suoli vulcanici, per l'ineguagliabile mitezza di un clima dolce e mediterraneo, per l'incomparabile splendore di un paesaggio quanto mai ricco e vario. In questa regione antica e singolare, Napoli ed il suo golfo recitano un ruolo di primaria importanza. Poco meno di 39 km separano in linea d'aria il monte Cuma, nella porzione più occidentale dei Campi Flegrei, dalla Punta Campanella, situata all'estremità della penisola sorrentina. Lungo questo arco ideale si susseguono le perle della suggestiva e pittoresca «collana» partenopea: le isole flegree - Ischia, Procida e Vivara - Bacoli, Miseno, Baia, Cuma, Pozzuoli e la Solfatara, Napoli e il Vesuvio, Castellammare di Stabia, Sorrento e la sua costiera, Capri.
Questo ventaglio di proposte, già di per sé ampio ed esaustivo, sottintende un gran numero di itinerari e di mete turistiche cui ognuno si avvicinerà a seconda delle proprie esigenze e degli interessi specifici. Il comprensorio del Golfo di Napoli rappresenta un eccezionale contenitore di arte e storia, nonché un incomparabile museo della natura all'aperto. Qui le testimonianze della storia dell'uomo dai primordi all'età romana, attraverso l'oscuro Medioevo, sino alla tormentata età moderna, per finire alle contraddizioni ed ai tanti ed insoluti problemi della società contemporanea si inseriscono di prepotenza nell'ambiente naturale, che fa da scenografica quinta alle vestigia del passato ed alle ardite ed avveniristiche soluzioni architettoniche portate a compimento negli ultimi decenni. Chi voglia comprendere del tutto la vera immagine e la natura stessa di Napoli e delle sue innumerevoli appendici turistiche dovrà giocoforza guardare oltre certi obsoleti e sbiaditi stereotipi quali il sole, la pizza, gli spaghetti e la tarantella.
Se la regione del golfo partenopeo è senza ombra di dubbio tra le più solari del Mediterraneo, se il suo mare ed il suo ciclo sono tra i più azzurri e sereni d'Italia, se lo splendore delle coste e della rigogliosa vegetazione gratificano lo spirito del turista, è comunque necessario approfondirne i contenuti culturali.