
In caso di particolare affluenza l’ingresso al luogo potrebbe non essere garantito.
Corso Roma, una delle vecchie arterie del centro storico è la strada di crinale che si svolge sul colle Pietroso, uno dei tre colli su cui è sorta la Lanciano storica e va da Piazza Plebiscito all'innesto con uno dei quartieri nuovi del primo '900, laddove si ergeva anticamente Porta Santa Chiara, nei pressi della Chiesa di Santa Chiara. Pur mantenendo, il quartiere, l'assetto urbanistico tipico medievale, la strada è definita da palazzi per lo più settecenteschi e ottocenteschi, spesso in aderenza tra loro a mo' di schiera, e fra questi il palazzetto Rosato e il palazzo Giordano-De Cecco.
Dei due palazzi, ambedue datati alla prima metà del ‘700, il primo è di proprietà della famiglia Rosato che negli anni novanta, con la decisione di riaprirlo e tornarci a vivere ne comporta una rivoluzione che lo fa diventare uno dei restauri interni più iconici del territorio, per mano dello stesso Architetto Lucio Rosato. Palazzo Giordano, invece, giunto ai De Cecco per eredità in linea materna è la risultante di accorpamenti di più unità databile già al 1700, e affaccia su due strade convergenti in Largo dei Tribunali, prendendo così una conformazione trapezoidale. Rimasto invariato nel tempo custodisce mobili, oggetti e ambienti d'epoca a testimonianza delle storie che ha ospitato.
Palazzetto Rosato si mostra come un involucro immutato che non lascia trasparire nulla del suo contenuto, e ciò che affascina di questo restauro è che non rientra nei canoni del restauro classico, ma piuttosto in una operazione di riscoperta e metamorfosi in continua evoluzione. Musa ispiratrice di questo restauro è stata la madre dell'architetto, Tonia, che desiderava "tornare a casa" e per cui il figlio Lucio crea, nel susseguirsi delle stanze, un percorso scenografico incentrato sul colore e ispirato alle presenze strutturali quali volte affrescate e pavimenti in cotto. Della stessa epoca Palazzo Giordano ha un interno che risponde perfettamente alla sua importante facciata, con piccole camere modulate dall'andamento trapezoidale del palazzo che confluiscono nel grande salone con volta a padiglione interamente affrescata da Giuseppangelo Ronzi e che definisce un ambiente tardo barocco incontaminato.
Durante le Giornate FAI avrete l'opportunità unica di varcare le porte di due affascinanti palazzi settecenteschi, normalmente chiusi al pubblico. Un'occasione rara e preziosa che vi permetterà di immergervi in epoche e atmosfere diverse, nel cuore storico della città. Percorrendo un tratto di Corso Roma, il primo edificio che incontrerete sarà il suggestivo **Palazzetto Rosato**, dove sarà proprio il proprietario a guidarvi in un viaggio attraverso il suo affascinante iter progettuale. Dall'ispirazione iniziale fino alla realizzazione concreta, potrete scoprire il lavoro artigianale che ha dato vita alle installazioni e alle decorazioni dell'edificio, frutto di passione e creatività. Proseguendo il percorso, a soli 200 metri di distanza, vi attende **Palazzo Giordano-De Cecco**, un luogo in cui il tempo sembra essersi fermato. Entrando, avrete la sensazione di essere sospesi in una realtà parallela: le antiche scale, gli affreschi, gli oggetti rimasti intatti per secoli racconteranno la loro storia, insieme ai ricordi e alle parole dell'ultima proprietaria. Un'emozione unica, riservata ai soli iscritti FAI.
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