Fu costruito nel 1497, accanto all’antica chiesa di San Vito, da Alberico Carafa, I conte di Marigliano, che nel 1499 lo donò ai Frati Minori Osservanti. La chiesa di San Vito era conosciuta sin dall’antichità per la presenza del sepolcro del Martire. Questi furono certamente i motivi che spinsero il conte a costruire il convento ed ampliare la Chiesa. La nuova chiesa ebbe tre navate ed un nuovo orientamento, cioè con l’ingresso rivolto a nord, verso il centro di Marigliano, in asse con la principale porta di mezzogiorno. Nella navata vi sono una serie di cinque altari sulla sinistra e quattro sulla destra. L’abside, dominata dal bel Crocifisso del XVII secolo, oggi rispecchia il modello cinquecentesco con il coro ligneo e la mensa centrale. Sopra l’ingresso vi è il coro, costruito nella seconda metà del 1600, chiuso da un’elegante balaustra barocca con fregi in oro. Dal primo arco, a sinistra, si accede alla navata laterale dove, nella penultima campata, si trova la Tomba di San Vito. Interessante è l’affresco tardo-quattrocentesco che rappresenta la deposizione del Martire nel sepolcro. Nel primo arco sulla destra dell’ingresso vi è la tomba del Servo di Dio “P. Michelangelo Longo”. Mentre dal quinto arco si accede alle ripristinate campate della navata destra. Qui vi sono due altari provenienti dalla navata principale, con i rispettivi dipinti. La navata laterale termina con la cappella “d’Avenia”, del 1593, messa in risalto da un bellissimo arco in piperno scolpito a grandi rosoni. In essa possiamo ammirare il monumento funebre di Antonio d’Avenia ed alcune lastre tombali con epigrafi un tempo ubicate sul pavimento, mentre la cinquecentesca pala d’altare, attribuita a Decio Tramontano, raffigurante la Madonna delle Grazie con alcuni Santi e il ritratto del Vicario capitolare Bartolomeo d’Avenia, è stata sistemata nel coro superiore. Al suo posto vi è la statua lignea dell’Immacolata del XVIII sec..
Colpisce il visitatore, sin dall’ingresso, la preziosa immagine della “Madonna della Speranza”, posta alla sinistra dell’altare maggiore e messa in risalto dall’artistica raggiera di marmo bianco. Il quadro, che arrivò a Marigliano il 20 aprile 1819 giorno di Pasqua, ha cambiato più volte collocazione fino ad arrivare a quella attuale. Il quadro è un olio su tela e rappresenta la Vergine con sguardo sublime avvolta in un manto azzurro ricoperto di stelle d’oro che abbraccia con la destra il Bambino Divino, irto su di una mensola lignea che mostra nella mano destra un piccolo cuore fiammato e nella sinistra una Crocetta. La Vergine, invece, con la sinistra regge un’ancora d’oro simbolo della speranza. Entrambe le figure sono coronate da un diadema di oro gemmato; due teste di angeli in adorazione si trovano nella parte alta della tela mentre sulla sinistra della Vergine vi è una stella di oro caudata ed alla base del quadro una scritta ci dice che quella è: “LA VERA MADRE DELLA SANTA SPERANZA”. P. Silverio Sgambati nel 1936 fece realizzare il trono in marmo dietro l’altare maggiore, al centro dell’abside, dove fu posto il dipinto inquadrato in una candida raggiera in marmo di Carrara, poi spostato nell’attuale collocazione negli anni 90 da P. Lorenzo Malatesta. Alla richiesta del p. Silverio e per le mani del Vescovo di Nola mons. Michele Camerlengo è dovuta la solenne incoronazione ad opera del Capitolo Vaticano, avvenuta il 5 luglio del 1936.
Nel corso dei secoli, secondo le modificate esigenze, all’antico fabbricato sono state affiancate nuove fabbriche. Nel 1840 fu costruito il secondo chiostro ed un nuovo corpo a sud che ospitò al primo livello il nuovo refettorio e al secondo un ampio Seminario.
L’angolo più suggestivo di tutto il complesso è il chiostro, tipica costruzione conventuale, eretto nel 1497. Nel refettorio ottocentesco emerge l’affresco raffigurante il Capitolo delle Stuoie di S. Francesco.