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Il complesso di San Carlo, oggi sede del Dipartimento di studi linguistico-letterari, storico-filosofici e giuridici dell'Università degli Studi della Tuscia, sorge nel quartiere di Pianoscarano, nel centro medievale di Viterbo.
Il complesso nei suoi vari edifici storici, oggi ristrutturati, ebbe origine dall'antica chiesa di San Nicola degli Scolari, che da un documento del 1152 risulta dipendente dall'abbazia di Farfa. Per la sua ubicazione prossima alla cinta muraria l'edificio viterbese era probabilmente associato ad una struttura per l'accoglienza dei pellegrini. L'intitolazione a San Carlo data alla prima metà del Seicento: la chiesa, insieme all'orto e al cortile della casa attigua, passò alla Confraternita di San Carlo, che vi aprì un ricovero per gli invalidi e gli infermi, rimpiazzato nel 1639 dal cosiddetto Ospizio dei Vecchi ad opera della Congregazione degli Oblati di Maria. Dopo il 1870, con la soppressione degli Ordini religiosi, lo Stato incamerò chiesa e beni dell'Istituto, ceduto poi al Comune.
La chiesa, oggi adibita ad Aula Magna, è in stile romanico, con un campanile a vela e una facciata a salienti abbellita da una cornice con il caratteristico motivo "a freccia" che corre lungo gli spioventi del timpano sommitale. All'interno presenta una suddivisone in tre navate con una doppia fila di grossi pilastri cilindrici che sostengono archi a tutto sesto, con capitelli "a corona", forse riferibili ad un intervento d'inizio XIII secolo. Restano tracce di pittura murale: l'immagine duecentesca del Cristo fra la Vergine e san Giovanni Evangelista nella lunetta del portale sul fianco destro dell'edificio e la quattrocentesca Madonna della Colonna, così denominata perché dipinta sul fusto di uno dei pilastri. Nella prima metà del Seicento la chiesa aveva subito una ristrutturazione che ne avrebbe trasformato per lungo tempo la spazialità interna: infatti, a causa dell'umidità, l'altezza dell'edificio era stata dimezzata con la creazione di un solaio e di un nuovo pavimento. I restauri avviati nel 1994 hanno puntato al recupero dell'impianto medievale.
Il complesso di Santa Maria in Gradi e quello di San Carlo, nati con destinazione religiosa, nel corso dei secoli hanno avuto vicende diverse, a volte drammatiche, che i narratori FAI ripercorreranno. Ascolteremo, tra l'altro, un aneddoto sull'origine di Santa Maria in Gradi tramandatoci dagli scritti domenicani e dal Duecento saremo condotti alla Seconda Guerra mondiale e al tragico evento della Shoah di cui questo luogo conserva memoria. La visita a San Carlo sarà completata dalla visita al quartiere di Pianoscarano e in particolare alla chiesa di Sant'Andrea, oggetto di un recente restauro pittorico. Anche se normalmente aperti per le attività universitarie, i due complessi monumentali in occasione delle Giornate Fai saranno accessibili anche in quegli spazi normalmente riservati agli addetti ai lavori. Sarà inoltre inserito nel percorso un racconto sulle collezioni in mostra nello Spazio Espositivo del Sistema Museale di Ateneo, collocato in alcuni ambienti storici del complesso di Santa Maria in Gradi.