La Regale Abbazia-fortezza di Santa Maria dell'Alto, "Insignis Hierosolymitani ordinis commenda regalis abbatia" (in Relatio Status Mazarensis Ecclesiae in: Nicastro Gaetano, La Diocesi di Mazara nelle Relazioni "ad Limina" dei suoi vescovi (1800-1910), Trapani, Corrao, 1992, p. 80) chiamata popolarmente Madonna dell'Alto, è una chiesa bizantino-normanna fondata da Ruggero I d'Altavilla e dalla sua prima moglie nel 1072 a Mazara del Vallo. Erroneamente scambiata con una Abbazia dello stesso nome, fondata a Sciacca sul Monte delle Giummare, la nostra Abbazia è stata soprannominata "delle giummare" equivoco antico che si mantenuto fino al presente. L'Abbazia fu dapprima tenuta dai monaci di rito greco (in: Lubin Agostino, Abbatiarum Italiae brevis notitia, Romae, Komarek, 1693, p. 9) e dal 1154 dipendente dall'Archimandritato del SS.mo Salvatore di Messina. Aggregata nel 1444 all'Abbazia di S. Maria di Gangi Vecchio, divenne Abbazia benedettina. Passata poi al regime di commenda ebbe tra gli abati commendatari il Card. Giovanni Salviati e il famoso intellettuale Ottavio Pacato. Dal 1567 al 1811 fu Commenda dei Cavalieri della Religione di San Giovanni di Gerusalemme (ora Sovrano Militare Ospedaliero Ordine di Malta. Nella chiesa, in due nicchie laterali, coerenti con la liturgia bizantina, sopravvivono due affreschi bizantini (uno gravemente mutilo) raffiguranti San Basilio e San Giovanni Crisostomo. È difesa da un torrione-fortezza e da un alto bastione sul lato sud. Nel 1876 si registrava la presenza nel sito di una urna romana, ora custodita nella Cattedrale di Mazara del Vallo, di un capitello in stile corinzio liscio utilizzato come acquasantiera e di una colonnina che lo sosteneva ora custoditi nel Museo Diocesano (in: Tummarello Francesco, Sopra un monumento medievale dello stile archi-acuto sicolo, in Nuove Effemeridi Siciliane, Serie 3, Vol. IV, Palermo, Tipografia del Giornale di Sicilia, 1876, pp. 169-182). Nella grande nicchia centrale è collocata la statua marmorea della Madonna col Bambin Gesù, firmata "Iacobi Castegniola manu", per gli studiosi Giacomo da Cassignola, (in: Loffredo Fernando, Sugli esordi di Giacomo da Cassignola e sull’oscuro Giacomo Pernio in SPLENDOR MARMORIS I colori del marmo, tra Roma e l’Europa, da Paolo III a Napoleone III a cura di Grégoire Extermann e Ariane Varela Braga, De Luca Editori d’Arte, senza indicazione di data, pp. 51-68). Dell’antico tesoro rimangono al presente un incensiere con la sua navetta e un ostensorio, tutti in argento e con croce di Malta. Nel 1873 fu ceduta alla Diocesi di Mazara del Vallo con l'impegno dell’apertura al culto. Dichiarata "da punto di vista storico-artistico di importante interesse" nel 1931, fu dotata di personalità giuridica nel 1938 (Corte dei Conti, 20 maggio 1938, Registro n. 397, f. n. 121). Solennità dell'Abbazia è l'Assunzione della Beata Vergine Maria in cielo il 15 agosto, preceduta da una storica Quindicina. E'aperta al culto ogni giorno.