L’attuale complesso abbaziale, non coincide con il monastero primitivo: d'ispirazione per il noto romanzo di Umberto Eco “Il nome della Rosa” è frutto di un susseguirsi di modifiche e rimaneggiamenti a partire dalle costruzioni del IX secolo. Il complesso monastico si compone della basilica, d'epoca cinquecentesca e gli edifici monastici: lo scriptorium e il refettorio ancora parzialmente conservati si affacciano su un chiostro più volte ridefinito. Un lungo corridoio congiunge i vari spazi agli orti monastici, oggi sede di ben curati giardini.
Retrostante il refettorio, sono ancora visibili le tracce di annessi funzionali (cucine, stalle, ghiacciaia) e del mulino, alimentato dal Bedo proveniente da fuori città.