Situata nell'attuale Corso Giuseppe Garibaldi, antica via che conduceva a Grumo Appula, la Chiesa di Santa Maria la Veterana sorge a 400 metri dal centro storico. Lo stile architettonico, dall'esterno, appare abbastanza anonimo e freddo. Tutt'altra cosa mostra l'interno della Veterana, chiamata dai bitettesi anche "l'Annunziata", che espone con fierezza lo sfarzo dello stile romanico - pugliese. Nella piazza dove sorge la Chiesa, il campanile sembra presiedere l'ingresso principale, un arco a sesto acuto, estraneo dall'arte romana, con misteriosità. La costruzione della Chiesa, secondo un documento del febbraio del 959, iniziò intorno al IX secolo. La parte interiore dell'edificio è strutturata da una grande navata centrale e da altre due, più piccole, situate regolarmente a ovest e a est. Quest'ultime sono famose per la ricca e stupenda decorazione del XV secolo, mariologica e cristologica giottesca, di grande pregio. Le antiche pitture erano il risultato della grande egemonia della sede vescovile, arricchita e ingrandita grazie alla enorme devozione popolana. L'affresco più conosciuto, più bello, e sicuramente più notato dai turisti, la Vergine di Costantinopoli, è quello dove è rappresentata una Madonna, seduta su un trono dai caratteri architettonici gotici, con Gesù Bambino poggiato sul suo ventre. Altra interessante nota è il tabernacolo in legno dorato, di cui l'esecuzione ha il termine intorno al '700. La denominazione "Veterana" di questa chiesa proviene dal fatto che essa sia più antica della stessa città in cui oggi sorge, e che sia stata per un lasso di tempo, Cattedrale di Bitetto. Il Codice Diplomatico Barese rivela che la zona in cui sorge la ex Cattedrale fosse frequentata sin dall'Età del Bronzo, e che sia parte superstite di un edificio dell'alta società dell'Alto Medioevo. Il Codice Diplomatico di Bari menziona tra le tante informazioni che l'ingrandimento della chiesa sia stato portato a termine dal Vescovo di Bitetto, Marino Scicutella, unico vescovo originario bitettese, tra il 1294, anno dell'inizio del pontificato, e il 1300. Infatti il simbolo della famiglia Scicutella, famoso per le due coppe, sia stato posizionato proprio sulla facciata nord della Veterana. Altra ipotesi del nome "Veterana", sempre menzionata dal Codice Diplomatico Barese, è l'arrivo, nel 1283, di Carlo II, che diede dei fondi per la costruzione di un convento, che fu fermata per un epidemia, chiamata dal popolo "vetrana", intorno alla metà del '300. Il culto della Veterana fu poi "riaperto" nel 1398. Centottantuno anni più tardi, nel 1579, il vescovo Ludovico Seristori, fiorentino, affidò la Veterana ai Padri Conventuali. Circa 80 anni dopo, Giovanni Battista Pamphilj, Papa Innocenzo X, scrisse una bolla papale, denunciando le poche rendite della Chiesa. Dunque il Vescovo Seristori, come aveva fatto il Monsignor Acquaviva nel 1348, chiuse il convento. Nel 1713, il Padre Conventuale De Lubellis, riuscì di nuovo a riaprire la Veterana, come racconta la lapide situata all'entrata della chiesa. Sette anni dopo, il nuovo Padre, tale Guardiano, iniziò la ristrutturazione della Chiesa e soprattutto degli affreschi giotteschi. Quasi novant'anni dopo la struttura tornò proprietà della sede vescovile. Centonovantanove anni dopo, nel 2008, il famoso scultore newyorkese Greg Wyatt donò alla Chiesa di Santa Maria Veterana una delle sue opere, raffigurante Icaro, che oggi si trova nella Piazza che prende il nome dalla bellissima Chiesa.