Chi dal quartiere della Piazzarola volesse raggiungere il borgo di Porta Cartara, deve necessariamente percorrere il Ponte Cartaro, ricostruito nel 1950 dopo la distruzione operata dai tedeschi in ritirata il 10 giugno 1944 dello splendido acquedotto del XIX secolo, a 19 arcate con sottarchi generosi, che si stendeva sopra le acque del torrente Castellano, riecheggiando le linee di un antico acquedotto romano. Dopo il ponte, sulla destra, via della cartiera conduce al fiume vicino e alla cinquecentesca cartiera papale fondata da Giulio II e costruita da M. Alberto da Piacenza, attiva e famosa fino al ‘900 per gli ottimi prodotti cartacei, abbandonata e di recente restaurata. Ma il gioiello del quartiere è la chiesa settecentesca di Santa Maria del Ponte, di forma circolare con piccolissima cupola e lanterna edificata nel 1689. Un tempo la cupola era ricoperta internamente dagli affreschi di Biagio Miniera, dai colori molto vividi e violenti in uno stile assolutamente non convenzionale, oggi perduti. L’interno si presenta piuttosto spoglio, ravvivato solo da un affresco staccato rappresentante la Vergine e dalla pala d’altare realizzata, olio su tela, dall’olandese Ramond nel 1758 con San Giuseppe, San Francesco Saverio e San Luca. Nello slargo davanti alla piccola chiesa c’è una fontana novecentesca semicircolare in pietra con stemma comunale e iscrizione “UTRUMQUE NOBIS”. Dallo slargo sul fronte della chiesa tuttora si scorgono ruderi delle antiche strutture romane e medievali.