CERTOSA DI CALCI

CERTOSA DI CALCI

CALCI, PISA

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CERTOSA DI CALCI

anno censimento

2014

numero voti

92,259

posizione classifica

2

stato del progetto

Concluso

tipologia

Restauro

Alle spalle di Pisa, isolata fra gli ulivi della Val Graziosa e protetta dall’anfiteatro dei Monti Pisani, sorge la Certosa di Calci, complesso monastico tra i più importanti d’Italia. Di origini Trecentesche, oggi si presenta come uno splendido e articolato monumento barocco.

Fu costruita nel 1366 in un luogo appartato, tale da consentire l’isolamento imposto dalla regola dell’Ordine Certosino, fondato da San Bruno nel 1084. In breve tempo assunse un’importante rilevanza religiosa e sociale su tutto il territorio, sul quale governava ampi terreni coltivabili. Come molte altre in Europa, l’austera certosa primitiva, dopo la santificazione di Bruno (1623) fu profondamente rinnovata e trasformata in uno sfarzoso complesso barocco, ricco di affreschi, marmi, stucchi e arredi di rilievo: indubbiamente il XVIII secolo fu il periodo di maggior splendore e prestigio. Nell’Ottocento fu soppressa dal governo napoleonico, ma continuò a ospitare i monaci certosini fino al 1969, quando fu abbandonata.

Vi si accede da un viale con una magnifica vista prospettica della doppia facciata. Quella più esterna, bassa, era destinata alle funzioni cui potevano accedere gli abitanti della zona (la farmacia, la cappella di San Sebastiano o delle donne, il parlatorio). Separata dall’ampio prato della corte d’onore, s’innalza il prospetto principale del monastero, al cui centro, in marmo bianco, spicca la facciata tardo-settecentesca della chiesa. Dei tre chiostri, il più antico è il Chiostro del Capitolo, quadrangolare, costruito attorno al 1470 da Lorenzo da Settignano, sul cui braccio meridionale si apre la Cappella dell’Annunziata, completamente affrescata nel 1773 dal fiorentino Pietro Giarré.

Ai lati del chiostro grande si dispongono le celle dei frati, il refettorio e la foresteria; tuttavia, i Granduchi di Toscana venivano ospitati in un’apposita foresteria granducale, con stanze affrescate da Pietro Giarré. Da qui si accede al seicentesco chiostrino priorale e all’abitazione del priore. Dal 1869 è monumento nazionale italiano.

Questo luogo è stato votato anche nel:
Censimento 2022

356° Posto

254 Voti
Censimento 2020

602° Posto

373 Voti
Censimento 2018

214° Posto

2,001 Voti
Censimento 2016

334° Posto

292 Voti
Censimento 2014

2° Posto

92,259 Voti
Censimento 2012

784° Posto

16 Voti
Censimento 2003

1,865° Posto

1 Voti

CERTOSA DI CALCI

CALCI, PISA

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CERTOSA DI CALCI
L’opera di ristrutturazione della Certosa messa in atto nel Settecento portò all’aggiunta nella zona Nord di un nuovo edificio. Questa struttura si sviluppa da est a ovest e delimita, assieme al parallelo muro esterno delle celle di clausura, lo spazio che venne destinato ad orti e frutteto. Nella parte di questi orti contigua alla farmacia e nei giardini di alcune celle è documentata un’attività specializzata nel settore delle piante officinali, per la cui coltivazione quest’ordine di monaci vantava fama internazionale. La zona ortiva a sud del complesso era destinata a vigna e orto, ospitava due peschiere e doveva essere gestita dai frati conversi, poiché inaccessibile dalle celle dei monaci.Il Chiostro del Capitolo il più antico della Certosa, che conserva affreschi recuperati della perduta Cappella dell’Annunziata, grazie al secondo posto nel censimento dei Luoghi del Cuore del 2014 è stato possibile recuperarli, affreschi rimasti coperti da strati di colore per più di 100 anni.
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