Improvvisa ed imponente, lungo la strada che collega Padova a Monselice, si staglia la sagoma maestosa ed articolata del Castello del Catajo, considerato "la più strana tra le ville venete" non è un semplice castello ma nel corso dei secoli è stato villa, palazzo ducale e dimora imperiale. Le vicende vissute da questo enorme edificio sono tanto articolate quanto lunga è la sua storia: iniziato nel 1570 dagli Obizzi, famiglia di capitani di ventura di antica origine francese, con la volontà di renderlo una convincente macchina di rappresentanza, trasformandolo nei secoli in una imponente reggia sede di sfarzose e memorabili feste dove giostre, naumachie, spettacoli teatrali e balli che si succedevano senza sosta intrattenendo l'aristocrazia internazionale.
Ampliato ulteriormente nell'800 per ospitare la corte degli Este di Modena in esilio divenne più tardi residenza imperiale di caccia degli Asburgo d'Austria Ungheria.
Cinte murarie, torrette angolari, un labirintico percorso tra cortili, logge, scale per cavalli, corridoi scavati nella roccia dall'aspetto quasi severo conducono al piano nobile, in un luminoso trionfo di luce e colore. Qui si possono ammirare perfettamente conservati gli affreschi di Gianbattista Zelotti, pittore rinascimentale prediletto dalla nobiltà veneta, in quaranta riquadri, che raccontano la storia di famiglia venne realizzato uno di più importanti cicli pittorici autocelebrativi rinascimentali.
Misterioso all'esterno e sorprendente all'interno, il Castello del Catajo, con le sue 350 stanze è oggi un "gigante" inaspettato, che mostra orgoglioso la stratificazione della storia, dell' arte e delle famiglie che nei secoli l'hanno reso uno dei più imponenti edifici del Veneto.