Malgrado il progressivo degrado a cui sembra avviato a causa degli incendi dolosi, il pascolo eccessivo, le prospezioni petrolifere, l’incuria o l’impotenza amministrativa, il Bosco di Santo Pietro rappresenta il più vasto relitto di sughereta mista a lecceta della Sicilia centro meridionale e conserva in se lembi di struggente bellezza in grado di evocare il fascino dell’antica foresta a galleria della macchia mediterranea .Donato agli abitanti di Caltagirone dal conte Ruggero detto il Normanno nella seconda metà del dodicesimo secolo, fino alla fine dell’ultimo conflitto mondiale il bosco di S. Pietro ha rappresentato il più grosso cespite di ricchezza della città di Caltagirone, un immenso capitale naturale ed economico che, a titolo di esempio consentì a quella città di ricostruire autonomamente i principali monumenti pubblici dopo il disastroso terremoto del 1693. Da una sola “decortica” di sughero si ricavavano fino a 15.000 “carretti” di preziosa scorza principalmente destina