La Laguna di Venezia è un esempio unico al mondo di convivenza millenaria fra uomo e natura. In questa area umida, la più grande del Mediterraneo, una meravigliosa biodiversità convive con enormi patrimoni artistico-architettonici. In Laguna, l’ambiente e la società si sono evoluti assieme durante i secoli. La Laguna è stata fondamentale per l’ascesa della Repubblica di Venezia, fornendole protezione dai nemici e dalle mareggiate, uno strategico accesso al mare e ai commerci, e prodotti come sale e pesce. In cambio, l’uomo è intervenuto molte volte nei secoli per preservare la Laguna, arrivando persino a deviare in mare i fiumi che un tempo vi sfociavano per evitare che la interrassero. Oggi, questo equilibrio si è rotto: la Laguna è minacciata dalle pressioni esercitate dall’uomo che rischiano di cambiarla irreparabilmente. Uno dei più gravi problemi ambientali della Laguna è la sparizione delle forme naturali che le caratterizzano, causata da un’erosione diffusa che la sta svuotando dai sedimenti. A causa dell’erosione, i bassi fondali lagunari si approfondiscono e appiattiscono, e le barene, uno degli ambienti più preziosi della Laguna, vengono consumate da correnti e onde. Le barene sono ambienti unici: questi bassi isolotti ricoperti da vegetazione erbacea si trovano in un intervallo di quota incredibilmente ristretto (fra i 20 e i 50 cm sul livello medio del mare, circa tre spanne) e sono così periodicamente sommerse dalle alte maree. Esse ospitano particolari piante in grado di sopportare le oscillazioni di salinità, temperatura e marea, e numerosi uccelli rari. (foto delle barene dall’alto che evidenzi la sinuosità e frattalità dei ghebi; foto delle barene che mostri piante e uccelli). Nell’ultimo secolo, la superficie delle barene è diminuita di più del 70%, e con loro scompare anche l’incredibile biodiversità animale e vegetale che ospitano.
Fermare l’erosione della Laguna è possibile, in quanto le cause sono principalmente umane: le onde generate dalle barche a motore, lo scarso apporto di sedimenti dai fiumi che non sfociano più in Laguna, tecniche impattanti di pesca che arano i fondali, l’innalzamento del livello del mare e la subsidenza, lo scavo di grandi canali e la costruzione dei moli alle bocche di porto per permettere il passaggio di grandi navi commerciali e turistiche con conseguente modifica del sistema di correnti lagunari, sono tutti processi che contribuiscono all’erosione e allo svuotamento dalla Laguna dal materiale solido. Ma fermare l’erosione è un’impresa straordinariamente complessa, perché molte delle cause elencate sono legate agli usi che l’uomo fa della Laguna, ai nostri stili di vita e modelli di sviluppo. Se da un lato, quindi, bisogna agire urgentemente per proteggere fisicamente le forme naturali della Laguna come le barene, per evitare che scompaiano, utilizzando tecniche specificatamente pensate per questi ambienti delicatissimi, dall’altro è necessario identificare nuove forme di governo del territorio, in grado di affrontare la questione dell’erosione in modo unitario, tenendo conto del fatto che in Laguna le dinamiche ambientali e socio-economiche sono indistricabilmente legate. Per questo, il governo del territorio dovrà diventare più partecipato, coinvolgendo nei processi decisionali la società lagunare e tutti gli attori che frequentano e vivono la Laguna e che sono parte in causa. Solo così sarà possibile ritrovare quell’equilibrio fra ambiente e società che ha reso la Laguna di Venezia un luogo unico al mondo.