AMATRICE - SANTUARIO DI SANTA MARIA DELLA FILETTA

AMATRICE, RIETI

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AMATRICE - SANTUARIO DI SANTA MARIA DELLA FILETTA
Il Santuario di Santa Maria della Filetta si trova a Rocchetta, frazione di Amatrice, immerso in un maestoso querceto. È dedicato alla patrona di Amatrice e la sua storia rimonta al giorno dell’Ascensione del 1472, quando la giovane pastorella Chiarina Valente, colta di sorpresa da un violento temporale, si rifugiò sotto una quercia dove trovò un antico cammeo con una figura femminile risplendente di luce. L’effigie, riconosciuta come un’antica immagine della Vergine, divenne subito oggetto della venerazione popolare e nel luogo del miracoloso ritrovamento fu eretto il santuario dedicato a Santa Maria. Ancora oggi il Santuario, molto caro agli amatriciani, è meta di un pellegrinaggio annuale che vede la partecipazione di moltissimi fedeli. Oltre all’importanza affettiva che questo luogo riveste per i cittadini, il Santuario è rilevante a livello artistico: eretto in poco tempo nell’anno 1472, è un edificio in pietra con un’unica navata conclusa da un’ampia abside semicircolare, decorata da un prezioso ciclo di affreschi del pittore Pierpalma da Fermo, attivo soprattutto nelle Marche nella seconda metà del Quattrocento. Il ciclo, dedicato al ritrovamento del cammeo, raffigura la storia del miracolo e della nascita del santuario: sotto il Cristo benedicente dell’abside troviamo a destra la giovane Chiara inginocchiata e gli uomini al lavoro per la costruzione della pieve, mentre a sinistra è rappresentata la processione che da Amatrice ogni anno si reca al Santuario. Fanno da sfondo i Monti della Laga e la città di Amatrice. Lo stile del pittore, influenzato dal rinascimento umbro-toscano, si distingue per l’attenta descrizione della vita quotidiana, che spicca nel corteo della società quattrocentesca amatriciana visibile ai piedi del ciclo affrescato: i notabili col mantello nero ed il copricapo, i gruppi delle confraternite con i mantelli bianchi, il gruppo di donne. L’effigie della Madonna era da tempo conservata all’interno del borgo di Amatrice e il suo ritrovamento tra le macerie della chiesa di Sant'Agostino, a pochi giorni dal sisma del 24 agosto, è stato colto dagli abitanti, profondamente legati alla tradizione del pellegrinaggio alla Filetta, come un segno di grazia e speranza di rinascita. Il Santuario, proprio perché così importante e poiché compromesso sia nella struttura dell’edificio che nella decorazione – che per il suo rilievo era stata oggetto di un restauro effettuato tra il 2008 e il 2012 ad opera della Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Etnoantropologici del Lazio - è ora un luogo del cuore.
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