L'acquedotto storico di Genova è un'antica struttura architettonica idrica situata nella val Bisagno in Provincia di Genova. Ha inizio lungo il corso del Torrente Bisagno nel territorio del Comune di Davagna, e prosegue il suo percorso successivo interamente nel Comune di Gneova, attraversando il territorio dei quartieri di Prato, Struppa, Molassana, Staglieno, circonvallazione a monte fino a Castelletto, per finire all'altezza della Ripa (o Sottoripa), in prossimità del porto antico, oggi attrazione turistica, un tempo grande porto del mar Mediterraneo.
La sua realizzazione è iniziata in epoca romana (200 a.c.) proseguita in epoca medioevale su quote e percorsi differenti sempre in Val Bisagno, oggetto di un prolungamento e contestuale ammodernamento nel corso del '600, e dotato di due spettacolari e avvenieristici ponti sifone tra fine '700 e inizio '800.
L'ultima presa laterale è stata realizzata nel 1841, per cercare di captare anche l'acqua degli affluenti laterali del Bisagno, e l'intera opera è rimasta in uso come acquedotto cittadino fino al 17/07/1917, quando il Prefetto di Genova ha dichiarato la sua acqua non più potabile, sebbene la sua acqua abbia continuato ad alimentare fontane e lavatoi pubblici in città fino al 1951.
Oggi l'acquedotto, nel tratto iniziale fino a PRato ancora usato per alimentare di acqua la città attraverso le moderne tubazioni che continuano a prelevare acqua dal torrente Bisagno e usano l'antico manufatto quale cavedio di transito) si configura come un percorso pedonale lungo circa ventotto chilometri, in uno scenario rilevante sotto moltissimi punti di vista: dalle architetture civili e monumentali di cui abbiamo esempio nel ponte canale sul rio Torbido o nel portale del Barabino alla Rovinata, all'archeologia industriale del ponte Sifone sul Geirato e del suo gemello sul Veilino, dalle passeggiate nel verde del tratto Pino sottano - Trensasco alla gola di Fossato Cicala, alla scoperta delle varie frazioni tra Prato e Struppa, in Val Geirato lungo l'affascinante tratto dell'acquedotto seicentesco precedente alla realizzazione del Ponte Sifone sul Geirato, all'architettura sacra con le chiese di San Siro di Struppa, Molassana Alta e San Bartolomeo di Staglieno e agli Oratori di San Rocco e di San Bartolomeo di Staglieno (spesso associate a spelndide pavimentazioni tradizionali "a risseu" realizzate con ciottoli bianchi e neri raccolti sulla costa ligure), scoprendo continuamente come l'acquedotto si è trasformato e mimetizzato giungendo nel centro cittadino.