Il modello adottato in Italia è, infatti, impostato sull'abbondanza d'acqua, che prevede un consumo intensivo, assolutamente non sostenibile. Per questo il FAI ha lavorato al Patto per l'acqua: un nuovo accordo sociale ed economico (un Blue Deal) che permette di affrontare le carenze infrastrutturali nazionali, gli effetti del cambiamento climatico globale e una gestione integrata tra i diversi impieghi dell'acqua, così da innestare cicli virtuosi di risparmio, recupero e riciclo.
Per garantire la complessità dei punti di vista sulla gestione di una risorsa così fondamentale e preziosa, e per rivolgere alle istituzioni proposte concrete già ampiamente condivise, il Patto per l'acqua è stato realizzato insieme ai principali attori del sistema (dai gestori ai consorzi, dagli agricoltori alle imprese).
Consapevole dell'importanza di recuperare i saperi tradizionali in quanto pratiche consolidate efficienti da integrare alle più moderne tecnologie, il FAI ha raccolto presso referenti del mondo agricolo, dell'artigianato, della manifattura, dell'edilizia, delle professioni tecniche, della ricerca, dell'università, dell'amministrazione pubblica, indicazioni su esperienze, proposte e buone pratiche che hanno messo al centro il valore della risorsa idrica attraverso la riattivazione di conoscenze contestuali. In particolare il Patto per l'acqua intende favorire: