Questa disponibilità d’acqua viene oggi influenzata dai cambiamenti climatici in corso, che stanno modificando la struttura ecologica del nostro pianeta, incidendo sia sui fattori climatici «primari» come temperatura e umidità, sia su quelli «secondari», come l’evaporazione.
L’intero ciclo dell’acqua ne è coinvolto e anche l'Italia ne è soggetta, pur non essendo corretto parlare di tropicalizzazione poiché non è possibile distinguere la stagione piovosa da quella secca.
Sono sempre più evidenti e drammatici fenomeni come quello dei profughi climatici, provenienti soprattutto da alcune regioni dell’Africa. E anche in Italia si stanno verificando sempre più spesso periodi di prolungata siccità e di precipitazioni intense e concentrate in brevi periodi (nel 2100 si stima che nel mondo potranno essere ben 15 volte più frequenti di oggi).
Una conseguenza immediata è il razionamento dell’acqua potabile in alcune situazioni limite, ma è difficile prevedere gli effetti di medio lungo periodo. Nel 2017 i prelievi globali sono stati di circa 6.000 km3 e si stima che possano salire a circa 8.700 km3 nel 2050 per arrivare a quasi 12.700 km3 nel 2100.
L’ONU, consapevole di questa situazione drammatica, dopo la chiusura del decennio 2005/2015 “L'acqua per la vita”, ha rinnovato il suo impegno istituendo il decennio 2018/2028 “L’acqua per lo sviluppo sostenibile”, per sostenere gli obiettivi al 2030 (Sustainable Development Goals - SDGs). Si tratta di 17 obiettivi, impostati a livello globale ma valutati anche a livello nazionale, che comprendono l'“Acqua pulita e i servizi igienico sanitari”, temi al centro della campagna di sensibilizzazione #salvalacqua.
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