"Se si prova a immaginare un mondo senza vetro, si realizza quale enorme perdita sarebbe, sia in termini pratici che estetici".Tony Cragg, 2021
Presentata in occasione della 60° Esposizione Internazionale d’Arte, dal FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano, in collaborazione con Berengo Studio, la mostra Tony Cragg. Le forme del Vetro è stata prorogata al 24 novembre 2024, nello storico Negozio Olivetti in Piazza San Marco a Venezia – Bene di proprietà di Assicurazioni Generali, affidato dal 2011 alla cura e alla gestione del FAI.
In sintonia con gli spazi progettati da Carlo Scarpa, in esposizione una selezione di sculture in vetro provenienti dalla collezione personale dell’artista e un’opera realizzata appositamente per questa mostra da Tony Cragg.
Tra i maggiori artisti della scena internazionale, Tony Cragg (Liverpool, 1949) reinventa costantemente il linguaggio della scultura sviluppando complesse relazioni tra materia e forma. A partire dagli anni Ottanta Cragg ha ampliato la gamma dei materiali impiegati riuscendo sempre, grazie anche ad una formazione scientifica, a penetrare l’essenza di ciascuna materia e sfruttarne al meglio – e sovente al limite - ogni potenzialità: bronzo, ferro, ceramica, legno e naturalmente, vetro.
A cura di Cristina Beltrami e Jean Blanchaert, l’esposizione presenta oltre ventisette sculture in vetro che assieme ad una selezione di disegni, sempre di proprietà dell’artista, narrano l’esperienza pluriennale con questo materiale vivo e complesso, nonché il processo creativo di Cragg per il quale il passaggio grafico precede ogni sua creazione divenendo, per sua stessa ammissione, un esercizio quotidiano.
Attratto della straordinaria capacità degli spazi progettati da Carlo Scarpa di accogliere la scultura e profondamente colpito dalla visita al Negozio Olivetti, Tony Cragg ha creato un’opera inedita, un omaggio al grande architetto veneziano Carlo Scarpa. Arabesque è una scultura in vetro nero, costituita da un gruppo di vasi di diverse dimensioni, fusi tra loro ed avvolti da uno spesso cordone in vetro dall’andamento irregolare che, grazie alla maestria del maestro Nicola Causin, evoca una forma che si avvita su sé stessa. Un arabesque per l’appunto, il cui andamento ritmico ricorda le sinuosità proprie dello stile moresco, ovvero una modalità decorativa quanto mai propria della tradizione architettonica veneziana.
Tutte le sculture presenti al Negozio Olivetti sono state realizzate a Murano in vetro soffiato e in vetro massiccio, ricorrendo talvolta all’antica tecnica della cera persa. Cragg si avvicina al vetro artistico negli anni Ottanta in Olanda ma è a Murano che raccoglie le sfide tecniche più complesse grazie alla millenaria perizia dei maestri, e alla consolidata collaborazione con la fornace di Berengo Studio.
La mostra è accompagnata da un catalogo, edito da Linea d’Acqua, e realizzato – come la mostra – grazie al sostegno di Berengo Studio e che vede un intervento critico di Jean Blanchaert, un affondo sulla sezione della grafica di Marta Spanevello e infine una lunga intervista all’artista sul tema del vetro realizzata da Cristina Beltrami a calare la mostra ulteriormente nel contesto veneziano e scarpiano.
L’esposizione è affiancata da materiale multimediale scaricabile on-line che descrive nel dettaglio la complessità del processo creativo di queste sculture.
Tony Cragg (Liverpool, 1949) si forma presso il Royal College of Art di Londra (1973-77) e alla fine degli anni Settanta comincia a farsi notare con alcune sculture intese come assemblaggi di frammenti di legno e soprattutto rottami di plastica: la fama – inarrestabile – si consolida nel 1988 col conferimento del prestigioso Turner Price e con l’assegnazione del Padiglione nazionale della Gran Bretagna alla Biennale di Venezia. Gli anni Ottanta corrispondono infatti al momento in cui Cragg amplia la gamma dei materiali impiegati realizzando sculture in bronzo, ferro, ceramica o vetro. Materiale a cui approda nel 1986, quando Willem Heesen lo invita ad un simposio a Leerdam: da quell’incontro nascono opere che, fedeli al proprio modus operandi, impiegano vetro industriale modificato attraverso satinature, cere e l’impiego di materiali chimici come il bromuro. È sempre in Olanda che ha l’opportunità di sperimentare il vetro soffiato – col maestro ceco Petr Novotny – ma quelle che lui stesso ha definito “long-established techiques and procedures” lo frenano in questa direzione fino alla scoperta di Murano, e della fornace di Adriano Berengo che lo incoraggia in questa direzione, ovvero verso un vetro artistico lavorato a mano.
Tony Cragg è stato direttore della Kunstakademie di Düsseldorf, dove ha insegnato dal 1978. Attualmente vive e lavora a Wuppertal dove ha creato un parco di scultura pubblico che ospita i maggiori nomi della plastica internazionali.