La stanza di Filippo de Pisis - Luigi Vittorio Fossati Bellani e la sua collezione

La stanza di Filippo de Pisis - Luigi Vittorio Fossati Bellani e la sua collezione

3 aprile - 15 settembre 2019, Villa Necchi Campiglio, Milano

    Luigi Vittorio Fossati Bellani

    Proveniente da un’agiata famiglia di industriali del tessile, Luigi Vittorio Fossati Bellani, dopo aver conseguito la laurea in Ingegneria in Germania, torna in Italia e prende parte alla Prima Guerra Mondiale. Al termine del conflitto si trasferisce a Venezia e poi a Firenze, dove stringe amicizia con Marino Moretti, letterato, poeta e scrittore che probabilmente lo introduce a Filippo de Pisis: fin da subito i dipinti dell’artista ferrarese lo appassionano e ne diviene collezionista. Approdato a Roma, si stabilisce in un grande appartamento all’interno di Palazzo Tittoni in via Rasella: la via dell’attentato partigiano contro le forze d’occupazione tedesche che porterà all’eccidio delle Fosse Ardeatine (1944). Questo evento drammatico segna per sempre il destino di Luigi Vittorio Fossati Bellani: coinvolto nei rastrellamenti tedeschi, viene rilasciato, ma dopo alcuni giorni, il 3 aprile 1944 (la mostra apre al pubblico a 75 anni da questa data), provato dall’accaduto, muore.

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    Filippo de Pisis

    Filippo de Pisis, pseudonimo di Filippo Tibertelli, nasce a Ferrara dove inizia adolescente a scrivere poesie, dedicandosi allo stesso tempo allo studio della pittura sotto la guida del maestro Orlando Domenichini. Nel 1915 incontra de Chirico e il fratello Alberto Savinio a Ferrara per il servizio militare e nel 1917 Carlo Carrà. Conosce e si entusiasma del loro modo di concepire la pittura e, inizialmente, ne condivide lo stile metafisico per poi aprirsi, agli inizi degli anni venti, a nuovi orizzonti pittorici in seguito a brevi soggiorni a Roma e a Parigi. Inizia a rielaborare un suo stile fatto di suggestioni e soggetti del tutto originali, dove il tratto pittorico diventa spezzato quasi sincopato, definito da Eugenio Montale "pittura a zampa di mosca". Alla ricerca di nuovi stimoli si trasferisce nel 1925 a Parigi. Il soggiorno si protrae ininterrottamente per quattordici anni rivelandosi essenziale sotto l'aspetto artistico: nella capitale francesce conosce Edouard Manet e Camille Corot, Henri Matisse e i Fauves, e oltre alle nature morte, nel periodo parigino dipinge paesaggi urbani, nudi maschili e immagini d’ermafroditi.

    Nel 1926 de Pisis fa una sua personale presentata da Carlo Carrà alla saletta Lidel di Milano e sulla scia del successo, espone la sua prima mostra personale parigina alla Galerie au Sacre du Printemps con la presentazione di de Chirico.

    Entra quindi a far parte degli "Italiani di Parigi", un gruppo d'artisti che comprendeva de Chirico, Savinio, Massimo Campigli, Mario Tozzi, Renato Paresce e Severo Pozzati e il critico francese Waldemar George che nel 1930 cura la mostra "Appels d'Italie" alla Biennale di Venezia. Durante il periodo parigino visita Londra, per brevi soggiorni che ripeterà ben tre volte, stringendo rapporti d'amicizia con Vanessa Bell e Duncan Grant. Nel 1939 ritornato in Italia, si stabilisce a Milano e, in seguito alla distruzione del suo studio in Via Rugabella nel 1943, si stabilisce a Venezia dove si lascia ispirare dalla pittura di Francesco Guardi e di altri maestri veneziani del XVIII secolo.Le immagini che l'artista dipinge sono, più che disegnate, evocate e circondate da un continuo clima poetico, come risulta dalle vedute parigine, londinesi, dalle marine veneziane, dai nudi e dai grandi mazzi di fiori. Le sue opere risentono di un'intensità poetica eccezionale, di una netta opposizione a ogni forma di classicismo, delle sue straordinarie doti di colorista che lo pongono fra i più grandi pittori contemporanei.

    La prima Biennale del dopoguerra gli dedica una sala personale con trenta opere dal 1926 al 1948. Dipinge fino al 1953, quando ormai le precarie condizioni di salute non gli permettono più di svolgere alcun lavoro. Il 2 aprile 1956 muore a Brugherio.

    Villa Necchi Campiglio

    Via Mozart 14, Milano
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