L’esposizione si inserisce nel programma di approfondimento storico e artistico che il FAI ha intrapreso dal 2012: mostre di rigoroso approccio scientifico che hanno l’intento di studiare e valorizzare l’attività di pittori e scultori già presenti a Villa Necchi con una o più opere, partendo da queste per elaborare nuovi percorsi di approfondimento, sempre nel solco dello “spirito del luogo”.
Dopo Alfredo Ravasco, Arturo Martini e Timo Bortolotti l’attenzione è ora posta su Filippo de Pisis, di cui sono esposte permanentemente in villa sei opere: La tinca (1928), La scarpetta rossa (1930), Tre ostriche sull’impiantito (1932), Natura morta con lepre (1942) – donate da Claudia Gian Ferrari – un acquarello, Fiori (1947) appartenuto a Nedda Necchi e Ritratto di giovane (1929) da una donazione privata.