Nasce da un’idea di Fabio Masi, editore e titolare della libreria Ultima Spiaggia di Camogli, e dalla volontà di Gianni Berengo Gardin, uno dei più grandi fotografi del nostro tempo, il progetto fotografico dedicato al borgo di San Fruttuoso.
Dopo il lavoro realizzato nel 2008 sulla città di Camogli, di cui è ormai cittadino onorario, Gianni Berengo Gardin ha realizzato un nuovo capitolo, forse ancora più intimo, sentito e voluto del precedente: un reportage che ha avuto origine alcuni anni fa, prima ancora del periodo pandemico e che proprio il periodo che abbiamo da poco superato ha permesso di portare a termine, con un esito ancora più forte del previsto, potendo documentare un luogo di meditazione come San Fruttuoso in una situazione di completo isolamento.
La mostra, allestita in due distinti ambienti dell’Abbazia di San Fruttuoso, presenta ventotto fotografie in bianco e nero, inediti scattati da Gianni Berengo Gardin nel 2020, all’età di novant’anni, che svelano all’occhio attento del visitatore il modo meticoloso e preciso di utilizzare il tempo nel compiere le riprese, l’attenzione ai dettagli e al comportamento delle persone, la passione che ancora lo anima.
Guido Risicato, curatore della mostra e amico storico di Gianni, tanto da averlo accompagnato nella spedizione a San Fruttuoso, ha ordinato e selezionato con l’aiuto di Susanna Berengo Gardin gli scatti da esporre, identificando le tematiche principali che hanno guidato il reportage: il viaggio per arrivare a destinazione, il paesaggio naturale, le architetture monumentali dell’Abbazia e della Torre Doria nella prima sala; il borgo costruito, la presenza dello storico mulino, le persone che ancora oggi vivono a San Fruttuoso nelle sale del piano inferiore, in cui si trovano anche cinque scatti stampati in grande dimensione, un’eccezione voluta da Gianni rispetto al suo lavoro, solo per l’occasione della mostra, per permettere ai visitatori di percepire al meglio la forza delle immagini.
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