Il FAI si è impegnato a promuovere la valorizzazione storica e culturale del Complesso di San Bernardino ad Ivrea (Convento, Chiesa e aree verdi), restaurandolo e adeguandone gli spazi a nuove funzioni, perché sia aperto al pubblico e divenga la sede di un racconto incentrato sulla storia della famiglia Olivetti - in particolare sulla vicende umane, culturali e imprenditoriali - oltre che un centro culturale e ricreativo a beneficio della comunità locale, nello spirito della visione olivettiana.
Il convento sarà restaurato grazie al contributo del Ministero della cultura nell’ambito del programma “Piano Strategico Grandi progetti beni culturali”.
L’area del Complesso monumentale di San Bernardino si trova nell’area della “core zone” del Sito Patrimonio Mondiale UNESCO “Ivrea, città industriale del XX secolo”.
L’area di intervento, soggetta a vincolo, si sviluppa su una superficie di circa 41.900 mq posta al limite Sud Est di quella che un tempo era “la città olivettiana”.
All’interno di questo perimetro si individuano tre distinte zone:
Le indagini preliminari in corso hanno il duplice fine di orientare al meglio le scelte progettuali di restauro e rifunzionalizzazione e di approfondire le vicende storico – artistiche ed architettoniche del compendio, a partire dalla sua fondazione nella metà del XV secolo, che concorreranno alla creazione dei contenuti di valorizzazione culturale del sito.
La campagna di studi è articolata in quattro tipologie di attività principali, tutte in corso e la cui fine è prevista entro dicembre 2024:
Gli studi storico-archivistici, già svolti per la redazione del progetto di restauro del Convento, hanno evidenziato l’importanza della collina di Monte Navale all’interno del complesso di San Bernardino: un ruolo rilevante dal punto di vista paesaggistico e naturalistico come da quello progettuale e funzionale, sia nella sua più antica fase conventuale sia nell’ambito della realizzazione della moderna città olivettiana.
Le attività sull’area verde di Monte Navale (oltre 26.000 mq) hanno riguardato il rilievo fotografico, geometrico, botanico, zoologico e tutte le operazioni legate alla loro esecuzione. All’arrivo del FAI la collina di Monte Navale e le aree verdi limitrofe presentavano uno stato generale di totale incuria, abbandono e mancata manutenzione protrattasi per oltre 30 anni; l’accessibilità dei professionisti e dei tecnici incaricati è stata subordinata quindi ad opere preliminari di pulizia dei percorsi e dei sentieri, con eliminazione di piante infestanti e rovi. Solo successivamente è stato possibile realizzare il rilievo vero e proprio.
Grazie ai lavori di pulizia è stata ritrovata, per tutto il suo sviluppo originario, la cinta muraria risalente al XV secolo e alla fondazione del Convento. Un’evidenza storica inedita, affascinante e significativa, che consente di cogliere le dimensioni originarie del convento e comprenderne l’importanza.
Le operazioni sono state svolte da uno studio di ingegneria con le più elaborate tecniche di laserscanner, ortofoto, fotopiani e georeferenziazione dei dati informativi raccolti e relativa restituzione informatizzata, complete di giornate di formazione per l’utilizzo e la condivisione delle informazioni raccolte. Per la sola attività di rilievo del muro, a titolo di esempio, sono state necessarie circa 200 scansioni.
In contemporanea al rilievo geometrico, è stato inoltre condotto un rilievo botanico-agronomico della parte arborea e arbustiva, per valutare lo stato di salute della componente vegetale.
Il FAI si avvale infine della consulenza scientifica del Dipartimento di Scienze Teoriche e Applicate e del Dipartimento di Biotecnologie e Scienze della Vita dell’Università degli Studi dell’Insubria, volta ad indirizzare per le componenti faunistiche e botaniche le azioni progettuali nell’area di Monte Navale.
Il FAI e i due Dipartimenti hanno stipulato una convenzione in data 17 giugno 2024 con l’obiettivo di redigere uno studio sulla componente botanica, che fornirà le linee di indirizzo utili agli interventi di messa in sicurezza e manutenzione ordinaria e straordinaria, e di realizzare un censimento della fauna, che garantirà la continuità del contributo ecologico in termini di biodiversità e protezione della fauna esistente, indicherà soluzioni gestionali e strutturali per aumentare la presenza faunistica nell’area di studio, e fornirà il supporto scientifico per progettare eventuali aspetti comunicativi o divulgativi in campo faunistico.
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