02 dicembre 2021
Il nostro viaggio nell’Italia virtuosa ci riporta nuovamente a Napoli, città che, pur tra mille contraddizioni, da anni vive un’effervescente vitalità culturale con numerose realtà attive nella gestione dal basso del patrimonio culturale. Una realtà assai poco nota e che invito tutti a scoprire è collocata all’interno di uno dei più straordinari ospedali storici, quello di Santa Maria del Popolo degli Incurabili, l’ospedale più importante del regno borbonico posto nel cuore più antico di Napoli.
A causa di cedimenti statici l’ospedale è stato liberato ed è in corso il restauro di una parte del grande complesso monumentale. Per queste ragioni non è visitabile al momento la Farmacia storica, un vero gioiello d’arte e di medicina, con gli arredi originari, oltre 400 vasi di maiolica e straordinari affreschi: un Luogo del Cuore - nella classifica dei luoghi storici della salute della X edizione - nel quale si incrociano arte barocca, scienza illuministica ed esoterismo massonico, con una enfatizzazione del ruolo femminile. C’è da sperare che possa essere presto riaperta al pubblico, perché da sola merita un viaggio a Napoli.
È però possibile visitare il Museo delle arti sanitarie, che occupa gli spazi che nel Cinquecento accoglievano le Pentite (cioè ex prostitute convertite, impiegate nell’Ospedale nell’assistenza dei malati di sifilide), allestito e gestito dall’Associazione “Il faro di Ippocrate”, composta da volontari di diversa formazione, interessati alla storia della medicina, in particolare quella napoletana, campana e meridionale. Fondatore e anima del museo è Gennaro Rispoli, chirurgo e vero mecenate con la passione irrefrenabile per l’acquisizione di oggetti e documenti (molta parte dei materiali esposti sono stati da lui acquistati e donati al museo) e per lo studio storico dei grandi maestri del passato. La Scuola medica napoletana ha occupato, infatti, un ruolo di primo piano nel contesto italiano ed europeo, con personalità del calibro di Domenico Cotugno, Domenico Cirillo, Ferdinando Palasciano, Giovanni Ninni, Giuseppe Moscati.
Attraverso una miriade di oggetti, strumenti, quadri, sculture (tra cui anche uno splendido “presepe” popolato di statuine di cartapesta della migliore tradizione napoletana, raffiguranti malati di vario tipo) si ripercorre la storia della farmacologia, dall’alchimia alla moderna chimica farmaceutica, e dei tortuosi percorsi seguiti nella cura delle varie malattie, dalla teoria umorale alla clinica moderna e dal barbiere-cerusico alla figura del chirurgo, non senza attenzione alle epidemie e alle prime vaccinazioni.
Notevole è la ricostruzione dello studio di Giuseppe Moscati, il beato “medico dei poveri”, con i suoi strumenti, gli arredi, il tavolo anatomico, le ricette, i libri, gli appunti. Grande interesse hanno anche la ricostruzione di una farmacia tradizionale e l’ampia sezione dedicata alla cura dei denti.
Questo interessantissimo museo, che coniuga medicina e arti, cultura umanistica e cultura scientifica, rappresenta una tappa fondamentale di quello che potrebbe essere uno straordinario itinerario, un vero e proprio "cammino" tra gli ospedali storici e i musei di storia della medicina italiani. Un tema al quale sta riservando attenzione il Ministero della Cultura in collaborazione con il Ministero dell’Università e Novartis Italia, con l’avvio di Mudimed (il primo museo digitale) e un progetto di diffusione della cultura medica proprio a Napoli, con il Museo delle arti sanitarie, il MANN e Capodimonte.
Un effetto “positivo” della pandemia è il nuovo interesse per il metodo scientifico e per la medicina: quale metodo migliore allora per contrastare l’ignoranza e la diffusione di fake news se non un tuffo nell’avvincente, interessante e anche emozionante storia della medicina e delle persone che si sono dedicate allo studio e alla sperimentazione, con abnegazione e coraggio, non senza anche inevitabili fallimenti e insuccessi?
È possibile farlo al “Museo delle arti sanitarie” di Napoli, sostenendo anche l’impegno dei volontari che lo fanno vivere con amore e competenza.
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