«Un simbolo che è sintesi di arte e natura, cioè dell’ambiente»

«Un simbolo che è sintesi di arte e natura, cioè dell’ambiente»

Condividi
«Un simbolo che è sintesi di arte e natura, cioè dell’ambiente»
In primo piano

10 dicembre 2024

Il marchio del FAI ha una bella storia, che inizia a metà anni Settanta dalla mente e dalle mani di Pino Tovaglia, uno dei maggiori grafici italiani del secondo dopoguerra. Nei decenni si sono susseguiti rebranding e restyling, fino al disegno del logo per celebrare il cinquantesimo compleanno del FAI.

Racconta Alberto Saibene nel libro Il Paese più bello del mondo che nel 1976, per strutturare il simbolo della neonata Fondazione, Franco Russoli propose di utilizzare lo Sposalizio della Vergine di Raffaello, scontornato in un certo modo dal designer e pittore Roberto Sambonet, il quale nel 1974, insieme con Bruno Munari, Bob Noorda e Pino Tovaglia, aveva progettato il marchio della Regione Lombardia.

«Ma il simbolo preparato da Sambonet non va bene, – continua Saibene – così Russoli si impegna a chiedere a Bruno Munari, e Renato Bazzoni a Pino Tovaglia».

Bazzoni aveva conosciuto Tovaglia lavorando per la rivista Pirelli e in occasione di Italia da salvare, la mostra di cui il designer, nel 1967, aveva curato manifesti e catalogo: un evento che segnò un vero spartiacque nella consapevolezza generale dei rischi ai quali era esposto il patrimonio del nostro Paese, espressione di una coscienza ambientalista che cominciava a prendere forma e che divenne poi motore generatore della fondazione del FAI.

1977: il marchio di Pino Tovaglia

Dopo alcune proposte che non avevano incontrato i favori dei quattro fondatori del FAI, Renato Bazzoni commissionò infine a Pino Tovaglia lo studio del marchio.

Il designer era tra gli esponenti di quella “Scuola Svizzera” che negli anni Cinquanta diffuse a Milano uno stile grafico sviluppato tra le due guerre a Zurigo, e i cui punti chiave erano chiarezza, semplicità, leggibilità e obiettività, e l’assenza di inutili accenni decorativi.

Per il marchio del FAI Tovaglia prese ispirazione da elementi architettonici e naturalistici: i bastioni della cittadella di Alessandria e il profilo della foglia d’acero campestre costituirono le basi di quell’elemento grafico a tre cuspidi di colore arancione che nel corso di cinquant’anni si è indissolubilmente legato all’immaginario della Fondazione.

Nel 1977 il FAI ha finalmente il suo marchio: Renato Bazzoni convince i dubbiosi affermando che, nella sua astrazione, il logo del Fondo per l’Ambiente Italiano può essere visto come «un simbolo che è sintesi di arte e natura, cioè dell’ambiente».

1996: il rebranding di Giuseppe “Giò” Giorgini

Negli anni Novanta, dopo vent’anni dalla sua Fondazione, il FAI cresce velocemente, talvolta tumultuosamente.

È quindi necessario mettere ordine, trovando un’immagine unitaria e coordinata, elegante, chiara e duratura.

Il marchio si compone di tre elementi: un simbolo (il pittogramma arancione), un logo (FAI) e una scritta (Fondo per l’Ambiente Italiano). Questo insieme, per sua natura lungo a scriversi e difficile a essere trattato con uniformità, andava "radunato" e portato nell'interno di una cornice che lo compattasse da un lato, e gli desse, dall'altro, un'identità grafica costante.

Il rebranding viene affidato all’agenzia di comunicazione e pubblicità Giò Art, fondata da Giuseppe Giorgini, famoso direttore creativo di quegli anni.

La soluzione trovata si basa su un quadrato verde che vede sistemarsi nel suo interno il simbolo, il logo e presenta sempre la definizione "Fondo per l'Ambiente Italiano".

Questo quadrato diventa la forma che caratterizza il marchio FAI dal 1996 per 21 anni.

2009: Il restyling di Marco Mirabella Roberti

Nel 2009 il FAI sente l’esigenza di semplificare ancora di più il marchio realizzato nel 1996. Nel restyling affidato a Marco Mirabella Roberti, esperto di brand identity, si propone di cambiare il carattere tipografico graziato con uno in bastone, di più facile leggibilità; si schiarisce inoltre il verde, si antepone la sigla al pittogramma, e in una semplificazione forse eccessiva si cancella il “per”: da Fondo per l’Ambiente Italiano, il FAI diventa “Fondo Ambiente Italiano”.

1977 – 1996 – 2009

simbolo
simbolo
simbolo

2017: il logo rinnovato di Massimo Pitis

Quarant'anni dopo la sua Fondazione, il FAI sente la necessità di rivedere ancora una volta il proprio logo, all'interno di un percorso di comunicazione che si è dato l'obiettivo di conquistare alla missione della Fondazione un pubblico sempre più ampio.

Dato che nel tempo il marchio originario aveva subito evoluzioni e manipolazioni, si vuole tornare all'originale pulizia “svizzera” e per far la Fondazione si rivolge a Massimo Pitis, che di Pino Tovaglia è attento cultore e studioso.

Ripartendo dai primi schizzi di Tovaglia il lavoro sul logo ha implicato anche la progettazione di un carattere tipografico che affonda le radici nella storia di Roma, con proporzioni che richiamano esplicitamente quelle dei caratteri che campeggiano sulla colonna Traiana.

La foglia/bastione arancione che per quarant’anni era girata verso destra si “raddrizza”, si perde lo sfondo verde per diventare bianco, ma il verde va a rivivere nella scritta Fondo Ambiente Italiano.

Solo nel 2021, a seguito di un importante processo di ulteriore consapevolezza durante il XXV Convegno Nazionale Fondo per l’Ambiente italiano; per quale Ambiente?, il FAI torna a essere il “Fondo per l’Ambiente Italiano” reintroducendo quel “per” anche nel suo marchio.

I loghi celebrativi

2025: il logo dei 50 anni

Nel 2025 il FAI celebra cinquant’anni dalla sua fondazione e, per festeggiare questa importante ricorrenza, l’illustratore Jean Blanchaert ha interpretato la sua missione e i suoi valori attraverso la creazione di un’edizione speciale del logo.

Attraverso le eleganti linee a china (tratto distintivo dell’artista), un uccellino bifronte ci invita a volare tutti insieme verso il futuro, guardando sempre al passato, perché chi sa da dove viene, sa anche dove sta andando.
Le tappe più importanti della storia del FAI

IERI COME OGGI SERVONO AZIONI CONCRETE

Ti è piaciuto questo articolo? Iscriviti alla nostra newsletter per rimanere sempre aggiornato!

Ti potrebbe interessare

Registrati alla newsletter
Accedi alle informazioni per te più interessanti, a quelle inerenti i luoghi più vicini e gli eventi organizzati
Tutto questo non sarebbe possibile senza di te
Tutto questo non sarebbe possibile senza di te