05 luglio 2023
«Mi affascina molto il rapporto con il mito. E cosa c’è di più mitico dell’Etna che tira fuori fiumi di fuoco? Credo che coloro che ci vivono sotto siano particolarmente siciliani perché se la giostrano col destino più di chiunque altro». Ferdinando Scianna, fotografo siciliano
Catania viene definita la città dalle sette vite, perché tante sono le volte in cui è stata distrutta ed è risorta. Eruzioni vulcaniche, terremoti e invasioni hanno fortemente temprato il carattere di questa combattiva città, rendendola al tempo stesso aperta e ospitale.
Fondata dai Greci nel 729 a.C., Catania passò poi sotto il dominio dei Romani, quindi dei Bizantini, fino alla conquista di Arabi e Normanni. Al governo degli Svevi fecero seguito Angioini e Aragonesi: la città si ribellò più volte così come nel corso delle successive dominazioni spagnola, sabauda, austriaca e dei Borbone, fino a quando nel 1860 venne annessa al Regno d’Italia.
Nei secoli si sono dunque succedute molte civiltà che hanno lasciato importanti testimonianze artistiche, ma fu il catastrofico terremoto del 1693 a modificare più profondamente l’aspetto della città. La ricostruzione lasciò infatti spazio allo stile barocco che ne plasmò il nuovo volto secondo una peculiare variante “in nero” dovuta all’uso della pietra lavica etnea, sapientemente alternata a quella bianca di Siracusa. La rinascita donò un palcoscenico monumentale dal fascino multiforme e poliedrico che avvolge l’intero centro storico, dal 2002 Patrimonio dell’Umanità UNESCO.
Ecco perché Catania merita una visita, che oggi vi suggeriamo di cominciare visitando tre luoghi speciali a ingresso ridotto grazie alla tessera FAI.
A 10 minuti a piedi dal Duomo si trova questo gioiello del tardo barocco siciliano e complesso benedettino tra i più grandi d’Europa, oggi sede del Dipartimento di Scienze Umanistiche dell’Università degli Studi di Catania.
Fondato dai monaci cassinesi nel 1558, sconvolto da calamità naturali, distrutto e ricostruito, il Monastero è esempio di integrazioni tra le epoche storiche rese ancora oggi leggibili dalle evidenti tracce dei cambiamenti subiti a causa della colata lavica prima e del terremoto dopo, ma anche degli usi civili a cui viene destinato subito dopo l’Unità d’Italia. Al suo interno sono custodite due domus romane, i chiostri e uno splendido giardino pensile.
Il palazzo dei Paternò Castello, Principi di Biscari, sorge su un tratto delle mura cinquecentesche della città ed è il più importante edificio privato di Catania. Preziosa testimonianza del barocco siciliano, il palazzo appartenne per intero ai Principi di Biscari fino alla metà del XIX secolo, quindi, per vari passaggi di successione, divenne proprietà dei Moncada Paternò Castello. Ancora oggi è in gran parte abitato dai discendenti della famiglia e i suoi saloni affrescati sono spesso usati per manifestazioni di prestigio di carattere mondano e culturale.
A una trentina di chilometri dal centro di Catania, non perderti una sosta nel verde davvero eccezionale: il Parco botanico Radicepura a Giarre.
Fondato dalla famiglia Faro, celebre famiglia di vivaisti siciliani, si estende per cinque ettari all’ombra dell’Etna, dove la fertilità dei terreni ha favorito la proliferazione di oltre 5.000 varietà e 3.000 specie di piante.
Una passeggiata conduce a diverse terrazze, ospitanti numerose famiglie botaniche. Il percorso continua nella terrazza dedicata agli agrumi, che ospita in particolare alcune varietà settecentesche appartenenti al progetto di salvaguardia degli agrumi antichi nato in collaborazione con il Bene FAI Giardino della Kolymbethra e con l’Orto Botanico del Sistema Museale dell’Università di Palermo. Insieme agli agrumi è possibile ammirare l’opera dell’artista Adrian Paci: un mosaico di 140 mq in marmo e pietra lavica chiamato Compito #1.
All’interno della meravigliosa cornice di questo parco botanico si tiene il Radicepura Garden Festival, biennale del giardino mediterraneo e primo evento internazionale dedicato al garden design e all’architettura del paesaggio del Mediterraneo.
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