11 marzo 2025
Nei pressi del borgo di Volano, sulle sponde del delta del Po, si trovano le Valli Canneviè e Porticino, zone umide salmastre di circa 70 ettari che rappresentano l'ultimo lembo di valle scampato alle bonifiche degli anni Sessanta, testimonianza del vasto complesso di lagune costiere che circondava l’Abbazia di Pomposa. Scarsamente profonde, sono caratterizzate da una vegetazione palustre e sono il rifugio e luogo di nidificazione dell'avifauna tipica del delta del Po, quali germani reali, gallinelle, folaghe, volpoche, garzette, cavaliere d'Italia e avocette; da alcuni anni vi sono presenze costanti di fenicotteri. L'importanza della vallicoltura in questo comprensorio è testimoniata dall'elegante palazzina di Canneviè, residenza padronale del "capo pesca", dalle linee settecentesche di influenza veneta, con ingegnosi strumenti per la pesca in valle.
“Abbiamo scelto di mostrare un’eccezionale testimonianza di quello che un tempo era il territorio di Ferrara, città di terra e acqua: un biotopo unico ricco di biodiversità, vegetale e ornitica. Il percorso proposto durante le Giornate FAI di Primavera 2025 prevede una passeggiata lungo un sentiero che parte dall'oasi di Canneviè e arriva a Porticino. Chi visita oggi la zona del delta meridionale difficilmente può immaginare come fosse prima delle ultime bonifiche attuate a partire dagli anni Cinquanta perché in tutta l'area era un susseguirsi continuo di valli da pesca: distese di acqua salmastra, racchiuse in argini perimetrali regolate da precise norme di gestione per l'allevamento di specie ittiche”.
Barbara Pazi, Capo Delegazione FAI Ferrara
“La scelta di organizzare le nostre Giornate FAI di Primavera presso l’Acquedotto medievale, detto il Condotto, è stata determinata sia per l’importanza di questa imponente infrastruttura idrica per la città di Gubbio (già strategica per la residenza dei Montefeltro) e sia perché origina in un sito geologico di rilevanza internazionale quale la Gola del Bottaccione.
L’acqua, da sempre fonte di vita, viene messa in risalto quale protagonista al servizio dell’uomo e della civiltà.
Questo manufatto di alta ingegneria idraulica, ancora oggi funzionante, permetteva di alimentare una conserva d’acqua per rifornire, attraverso un sistema complesso di cisterne, tutta la città oltre a fornire energia idrica preziosa utilizzata dai cinque molini realizzati sul tracciato del Torrente Camignano.
Negli anni Ottanta, gli scienziati Walter e Luis Alvarez, rintracciarono nelle rocce della Gola un sottile strato argilloso contenente un elevato livello di iridio, un elemento estremamente raro sulla Terra e invece molto presente nei corpi celesti. Questa scoperta portò dunque a formulare l’ipotesi, divenuta poi certezza, dell’impatto di un asteroide sulla Terra che causò l’estinzione di ogni forma di vita. Lungo la passeggiata, concepita come una narrazione itinerante, ci saranno momenti di sosta per raccontare la storia dell’acquedotto nel tempo e visionare i carotaggi in cui si rinvenne l’iridio. Un affascinante racconto che non solo ci riporta alla teoria della scomparsa dei dinosauri, ma ci fa ammirare una veduta straordinaria dell’Eremo di S. Ambrogio, ripercorre il cammino degli Antichi Umbri fino ad arrivare nel cuore della Gubbio medievale”.
Francesca Faramelli, Capo Gruppo FAI Gubbio
La Cascata delle Due Rocche si trova nel cuore dell'entroterra siciliano, a Corleone, e rappresenta un sito di grande valore paesaggistico e ambientale. L'area è parte della Rete Ecologica Siciliana (RES) e si caratterizza per un'eccezionale diversità geologica, vegetazionale e storica che ne fa una risorsa unica del territorio.
La Cascata delle Due Rocche nasce dal torrente Corleone e si trova ai piedi del Castello Soprano, un antico punto di avvistamento arabo. Vicino sorge la Chiesa della Madonna delle Due Rocche. Sulle pendici settentrionali si trovano resti di un acquedotto saraceno del X secolo, mentre sul versante opposto si trovano due mulini ad acqua, il Mulino Inferius e il Mulino Superius.
Durante le Giornate FAI di Primavera, i visitatori avranno l'opportunità di percorrere un sentiero che conduce alla Cascata delle Due Rocche e prosegue verso il suggestivo Canyon che accoglie le acque del torrente Corleone.
“Abbiamo deciso di aprire un luogo dedicato all’acqua per sensibilizzare i visitatori sull’importanza della sua conservazione. Questa risorsa preziosa è, infatti, una componente fondamentale del nostro patrimonio naturale e culturale, che necessita di essere protetta e preservata con impegno. La Cascata, con la sua bellezza, ci ricorda il valore inestimabile delle risorse naturali e l’importanza di tutelarla per le generazioni future, ma è anche un simbolo vivo della cultura e della storia di Corleone. Questo meraviglioso sito naturalistico incarna un legame profondo tra l’ambiente e la comunità locale, in grado di rafforzare il senso di appartenenza e il legame profondo della comunità con il proprio territorio”.
Sabrina Milone, Presidente Regionale FAI Sicilia e Capo Delegazione FAI Palermo
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