Quando la fragilità genera energia, delicatezza e cooperazione

Quando la fragilità genera energia, delicatezza e cooperazione

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Quando la fragilità genera energia, delicatezza e cooperazione
Maurizio Rivolta

18 maggio 2023

Nell’edizione speciale di “Greeners”, il format dedicato alla sostenibilità ambientale e sociale di PoliHub, si è parlato della forza rivoluzionaria della fragilità: paesaggi, città e natura hanno bisogno della “potente grazia di ciascuno di noi per poter sopravvivere”. Per il FAI, c’era il Vicepresidente Maurizio Rivolta.

La serata organizzata da PoliHub lo scorso 2 maggio alla Palazzina Appiani di Milano è stata un momento di confronto e di felice incontro tra soggetti non istituzionali che promuovono la cultura della bellezza come elemento di crescita sociale e collettiva. Una bellezza intesa nella sua accezione etica, dunque, non solo estetica; un “bello che fa bene” perché capace di produrre valore sociale e ambientale nel momento in cui quel bello diventa oggetto di cura.
Tra bellezza e fragilità, infatti, il passo è spesso breve ma proprio ciò che necessita di attenzione e tutela racchiude in sé una capacità generativa molto fertile: mette insieme le persone, le fa cooperare per uno scopo benefico, sviluppa delicatezza di approccio e concretezza di azione, libera energie costruttive. Tutti fattori chiave per una coesione tra esseri umani ma requisiti determinanti anche per un’efficace salvaguardia di territori, paesaggi e centri urbani bisognosi, e risultati di un proficuo scambio tra uomo e ambiente, dove bellezza e fragilità assumono un ruolo anche educativo.

Ne hanno discusso il Vicepresidente FAI Maurizio Rivolta e tre rappresentanti di Custodi del Bello, un progetto nazionale nato dalla collaborazione di tre realtà del Terzo settore (Consorzio Communitas, Fondazione Angeli del Bello e Associazione Extrapulita), rivolto a persone fragili – italiane e straniere – che, grazie alla cura di aree pubbliche, vengono reinserite nelle comunità e nel mondo del lavoro. Un’iniziativa che promuove un nuovo modello di integrazione mettendo al centro il lavoro, la bellezza e la collaborazione tra pubblico, privato e non-profit, secondo un paradigma nel quale anche il FAI si rispecchia.

Nel corso del dibattito, questa comunanza di obiettivi tra una Fondazione come la nostra e associazioni di volontari come i Custodi del Bello ha plasticamente restituito quanto una parte crescente della società civile stia sempre più investendo energie e risorse per la tutela della bellezza dei luoghi, delle culture, delle storie e dei patrimoni artistici, architettonici e naturali. In questa convergenza di intenti si è ancor più evidenziato come la sostenibilità ambientale sia strettamente legata a quella sociale e come promuovere nella cultura, nella politica, nell'economia i temi di questa sostenibilità porti a una crescita virtuosa e rispettosa di uomo e ambiente, in quanto indissolubilmente legati. Concetti di cui si parla ormai spesso ma che nelle attività dei presenti alla serata trovano concreta e continua quotidiana applicazione.

La bellezza, quindi la conoscenza e la sua difesa diventano un fattore di "visione di futuro" positivo, quasi un modello di sviluppo nuovo, coerente e armonico per una società più giusta, equa, inclusiva e rispettosa.
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